Vito Crimi, capogruppo Cinque stelle al Senato, comincia a starmi simpatico. Per molti mesi, con i suoi, ha sfidato tutti sul tema della presunta ineleggibilità di Berlusconi (parlamentare da quasi vent'anni) che si decide nella Giunta per le autorizzazioni del Senato. Ieri, primo atto: si votava il presidente, figura chiave perché fa il calendario dei lavori. I grillini avevano un loro candidato: Michele Giarrusso. Crimi, componente della Giunta, però, non c'era. I suoi compagni di gruppo, durante la seduta, si sono guardati intorno disorientati poi si è passati al voto. Giarrusso non ce l'ha fatta, Crimi non ha votato per il presidente. Sul finire arriva di corsa, con un po' di affanno. "Mi sono perso, non trovavo il palazzo". Ma come? Dovevi aprire il Parlamento come una scatoletta. Dovevi mandarli tutti a casa, cambiare l'Italia, fare la rivoluzione e arrivi tardi perché non trovi il palazzo? Vabbè, dai, sarà per la prossima volta.