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La rivoluzione è rimandata, Crimi si è perso

Si votava per il presidente della Giunta per le autorizzazioni del Senato. Il M5S aveva il suo candidato che, però, non ha ricevuto nemmeno il voto del suo capogruppo al Senato: Vito Crimi non riusciva a trovare il palazzo.
A cura di Antonio Menna
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Il capogruppo al Senato del Movimento 5 Stelle intervistato da Lucia Annunziata nel corso della trasmissione “In mezz’ora”. Riguardo le polemiche sulla restituzione della diaria: “Manteniamo l’impegno, posso dire a nome dei 53 senatori che restituiremo la parte non spesa”.
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Vito Crimi, capogruppo Cinque stelle al Senato, comincia a starmi simpatico. Per molti mesi, con i suoi, ha sfidato tutti sul tema della presunta ineleggibilità di Berlusconi (parlamentare da quasi vent'anni) che si decide nella Giunta per le autorizzazioni del Senato. Ieri, primo atto: si votava il presidente, figura chiave perché fa il calendario dei lavori. I grillini avevano un loro candidato: Michele Giarrusso. Crimi, componente della Giunta, però, non c'era. I suoi compagni di gruppo, durante la seduta, si sono guardati intorno disorientati poi si è passati al voto. Giarrusso non ce l'ha fatta, Crimi non ha votato per il presidente. Sul finire arriva di corsa, con un po' di affanno. "Mi sono perso, non trovavo il palazzo". Ma come? Dovevi aprire il Parlamento come una scatoletta. Dovevi mandarli tutti a casa, cambiare l'Italia, fare la rivoluzione e arrivi tardi perché non trovi il palazzo? Vabbè, dai, sarà per la prossima volta.

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Antonio Menna, giornalista, scrittore autore tra gli altri del libro "Se Steve Jobs fosse nato a Napoli".
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