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La risposta del sottosegretario Mazzi a un’interrogazione: “Non vi sta bene? Fatevene una ragione”

“Non vogliamo sostituire un’egemonia culturale con un’altra, ma liberare la cultura. Far entrare aria fresca in quesi circoli chiusi ai quali, purtroppo, siamo stati abituati per tanti anni. Se questo non vi piace dovrete farvene una ragione”: è la risposta che il segretario alla Cultura Mazzi ha dato alla deputata Piccolotti sulla sostituzione del presidente del Centro per il libro e la lettura, innescando le polemiche in commissione.
A cura di Annalisa Girardi
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"Arroganza inaccettabile". Così la deputata dell'Alleanza Verdi e Sinistra Elisabetta Piccolotti ha definito la risposta ricevuta dal sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi alla sua richiesta di chiarimenti sul caso di Marino Sinibaldi, rimosso dalla presidenza del Centro per il libro e la lettura. Una risposta che ha innescato le polemiche soprattutto sull'ultima frase, in cui il sottosegretario ha semplicemente invitato la deputata a "farsene una ragione". Piccolotti, nonché membro della commissione Cultura, ha parlato di "toni inaccettabili, vergognosi, che si configurano come un tentativo di censura verbale nei confronti di una parlamentare che ha agito nell’ambito delle sue prerogative", sottolineando che "non era mai accaduto che un membro del governo si comportasse in questo modo".

Per poi proseguire, affermando che con questa risposta "la destra getta la maschera e lo fa senza nemmeno nascondere la propria antidemocratica aggressività". E ancora: "Vogliono l'egemonia culturale e per farlo occupano una poltrona dietro l'altra. Vogliono tutto, occupano tutto e lo rivendicano anche".

La risposta, stampata su un foglio e visionata da Fanpage.it, nella sua parte finale recita:

Quando governa la sinistra le persone meritevoli sono quelle nominate alla sinistra. Quando governa la destra le persone meritevoli sono quelle nominate dalla sinistra. Se ti discosti da questa impostazione allora si parla di occupazione delle istituzioni, fame di poltrone, fine del pluralismo.

Non mi risulta che quando la sinistra ha governato, e lo ha fatto per molti anni, si sia preoccupata di garantire il pluralismo e di dare voce a tutte le voci della cultura italiana. Il cerchio asfittico si crea con l'autoritarismo culturale che ha dominato fino all'anno scorso, con l'amichettismo come unico criterio per la selezione della classe dirigente che è stata una prerogativa della sinistra.

Noi non vogliamo sostituire un'egemonia culturale con un'altra, ma liberare la cultura. Aprire le porte far entrare aria fresca in quesi circoli chiusi ai quali, purtroppo, siamo stati abituati per tanti anni. Se questo non vi piace dovrete farvene una ragione, perché è quello che intendiamo fare.

Piccolotti, in una nota, ha poi concluso: "Il sottosegretario oggi ha fatto due brutte figure: la prima nei confronti dei parlamentari di una commissione dove mai si erano sentiti toni come questi, la seconda con il mondo del libro che conosce da decenni il valore intellettuale e culturale di una personalità come Marino Sinibaldi, la sua passione e il suo impegno, mentre non si conoscono particolari meriti nel campo dell’editoria e della promozione del libro del nuovo presidente Adriano Monti Buzzetti Colella. Non ce ne faremo una ragione quindi, né oggi né in futuro, perché siamo ancora in democrazia e abbiamo tutto il diritto come opposizione di contestare scelte sbagliate che fanno solo male al mondo della cultura mancandogli di rispetto".

Le critiche sono arrivate anche dai deputati del Movimento Cinque Stelle in commissione Cultura, Antonio Caso, Anna Laura Orrico e Gaetano Amato. Che hanno commentato: "Il sottosegretario Mazzi ha messo nero su bianco tutta l’arroganza e la strafottenza del governo di cui fa parte in risposta ad una interrogazione della deputata Piccolotti sul mancato rinnovo del mandato al presidente del Centro per il libro e la lettura, Marino Sinibaldi". Per poi concludere: "È incredibile la sfrontatezza con cui si rivolgono al Parlamento e con cui utilizzano le istituzioni per fare propaganda. Mazzi e Sangiuliano abbiano la decenza di chiedere scusa, se ancora hanno un senso i valori del rispetto e del dialogo civile".

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