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La risoluzione di Avs: difesa comune, diritti umani e transizione ecologica al centro della politica europea

In vista del prossimo Consiglio Europeo, AVS ha presentato una risoluzione che rifiuta il piano ReArmEU e chiede un nuovo modello di difesa europea più integrato, sostenibile e attento ai diritti umani. La proposta include anche l’immediato cessate il fuoco a Gaza, il rafforzamento dei settori sociali e l’impegno per una transizione ecologica giusta.
A cura di Francesca Moriero
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In occasione delle comunicazioni al Senato della premier Giorgia Meloni, anche Alleanza Verdi e Sinistra ha presentato una risoluzione che enuncia una serie di impegni al Governo italiano in vista del prossimo Consiglio Europeo del 20 e 21 marzo. La risoluzione, si concentra su temi cruciali come la difesa europea, la gestione delle risorse economiche e il conflitto in Ucraina. AVS chiede al Governo di adottare posizioni ferme su questioni come il piano ReArmEU voluto da Ursula Von der Leyen, che considera "una misura rischiosa", il rafforzamento delle capacità di difesa dell'Unione, e l'approccio da adottare rispetto alla guerra in Ucraina. Al centro delle richieste di AVS c'è l'importanza di promuovere una difesa collettiva sostenibile, di garantire la protezione dei fondi destinati a settori sociali vitali e di perseguire politiche estere che mettano in primo piano i diritti umani e la diplomazia. Più fondi a settori cruciali come l'istruzione, la sanità e la transizione ecologica. L'obiettivo principale della risoluzione è insomma quello di avviare un nuovo approccio alla difesa che metta al centro la cooperazione tra gli Stati membri, con l'intento ultimo di razionalizzare le spese militari e promuovere la sicurezza collettiva, senza gravare sulle finanze pubbliche in modo eccessivo.

Rifiuto del piano ReArmEU e ricerca di un nuovo modello di difesa

Il gruppo AVS si oppone fermamente al piano ReArmEU proposto dalla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, chiedendo che venga respinto in sede di Consiglio Europeo. Questo piano, secondo AVS, rischia di favorire un aumento delle capacità militari nazionali, invece di promuovere una difesa europea più integrata e razionalizzata. In altre parole, AVS vuole evitare che l'Europa venga spinta verso un modello che favorisca l'individualismo militare tra gli Stati membri, preferendo un modello che concentri gli sforzi di difesa a livello collettivo, riducendo così le spese inutili e duplicative. Il gruppo chiede anche che, qualora si dovessero introdurre nuovi strumenti finanziari per il rafforzamento delle difese, venga scelta una base giuridica diversa dall'articolo 122 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea, in modo da garantire una maggiore trasparenza e un processo decisionale democratico.

Il documento sottolinea poi che "la pace e la sicurezza non si ottengono promuovendo una politica di scontro e di guerra, aumentando le spese militari, la militarizzazione dell'UE e la sua trasformazione in un blocco militare, ma piuttosto attraverso la diplomazia, il dialogo e la soluzione politica dei conflitti e la costruzione di una sicurezza collettiva, nel rispetto dei principi della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale". Uno dei 24 impegni di cui si compone la risoluzione dice poi: "Definire una risposta strategica alla guerra commerciale Usa che non sia fatta solo di reazioni meccaniche, ma che invece abbia alla base la costruzione e l'allargamento di relazioni commerciali alternative".

Uso responsabile dei fondi e la tutela dei settori sociali

Un punto centrale della risoluzione riguarda la gestione dei fondi europei. AVS si impegna a proteggere i fondi di coesione, evitando che vengano utilizzati per finanziare l'acquisto o la produzione di armamenti; non solo, il gruppo sottolinea che le risorse pubbliche devono essere destinate prima di tutto a settori come la sanità, l'istruzione e la transizione ecologica, che sono considerati prioritari per il benessere dei cittadini. A questo AVS chiede anche che non vengano fatte deroghe alle normative sulla governance economica europea per l'acquisto di armamenti. In questo modo, il gruppo intende garantire che le risorse dell'Unione Europea vengano spese in modo "efficace e giusto", come si legge nel documento, per promuovere una società più equa e sostenibile.

Promozione di una difesa autonoma e di soluzioni diplomatiche per l'Ucraina

Un altro tema fondamentale della risoluzione è la difesa autonoma dell'Europa. AVS sostiene che per raggiungere una difesa europea veramente indipendente, sia necessario rivedere i rapporti con le alleanze militari esistenti, come la NATO, e puntare su una maggiore autonomia strategica. Il gruppo, infatti, ritiene che la difesa europea debba essere basata su una cooperazione più stretta tra gli Stati membri, evitando un continuo aumento delle spese militari nazionali. Per quanto riguarda la guerra in Ucraina, AVS fa appello a un cambio di strategia, chiedendo una maggiore enfasi sulla ricerca di soluzioni diplomatiche piuttosto che su una postura bellicista. L'Unione Europea dovrebbe, secondo la risoluzione, cercare di mediare un cessate il fuoco e promuovere un processo di negoziazione formale, sotto l'egida delle Nazioni Unite e dell'OCSE. La risoluzione di AVS sottolinea comunque certo il chiaro impegno a sostenere la popolazione civile ucraina, pur opponendosi all'invio di truppe europee e al potenziamento del supporto militare all'Ucraina. Il gruppo chiede la sospensione della fornitura di equipaggiamento militare e l'interruzione dell'uso dell'European Peace Facility, ritenendo che la priorità debba essere il sostegno umanitario e la protezione della popolazione civile.

La Palestina e i diritti umani

Infine, la risoluzione propone anche una serie di impegni riguardanti il conflitto israelo-palestinese: AVS chiede il riconoscimento dello Stato di Palestina come passo fondamentale per il raggiungimento di una soluzione pacifica del conflitto, basata su due Stati che coesistano in pace e libertà. Il gruppo si oppone fermamente a qualsiasi piano di espulsione dei palestinesi da Gaza e Cisgiordania e chiede il pieno sostegno al piano di ricostruzione per Gaza presentato dall'Egitto. Inoltre, AVS sollecita misure contro le violazioni dei diritti umani commesse dal governo israeliano, inclusa la sospensione dell'accordo di associazione tra l'Unione Europea e Israele, in caso di violazioni gravi del diritto internazionale. Il testo sottolinea che il movimento: "Condanna con fermezza le operazioni militari israeliane che colpiscono la popolazione civile palestinese in Cisgiordania e a Gaza, deplora inoltre la decisione disumana di interrompere l'erogazione di elettricità a Gaza, di bloccare gli aiuti umanitari, di sfollamento forzato della popolazione. Considera che queste siano violazioni inaccettabili del diritto internazionale ed umanitario e come tali debbano essere sanzionate".

A questo si aggiunge un'altra aspra critica: "Avs esprime profonda preoccupazione per la situazione in Siria, in particolare per i recenti scontri di carattere settario e violenze contro i civili. Considera necessario condizionare la sospensione delle sanzioni al rispetto da parte del nuovo governo dei diritti umani e di tutte le comunità religiose ed etniche della Siria. Ritiene fondamentale la piena inclusione dei curdi e del SDF nel processo di dialogo politico di ricostruzione del paese. Esprime una netta condanna per i continui e gravi attacchi militari e paramilitari contro Rojava, nei quali i curdi sono il bersaglio del regime del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan e delle sue reti mercenari".

Nel testo si legge poi in conclusione la condanna delle incursioni territoriali e "le ambizioni espansionistiche di Israele e Turchia in Siria".

Sostenibilità e transizione ecologica

Un altro aspetto cruciale della risoluzione riguarda l'impegno per la transizione ecologica. AVS sottolinea infatti l'importanza di allineare tutti gli strumenti finanziari europei agli obiettivi del Green Deal, per garantire una crescita economica che rispetti l'ambiente e le necessità sociali. Il gruppo chiede infatti che una parte significativa dei fondi previsti per il piano ReArmEU venga destinata al fondo sociale per il clima, per sostenere famiglie e lavoratori nella transizione ecologica, in modo da garantire una transizione giusta e socialmente equa.

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