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La riforma della Giustizia è legge: come cambia il processo penale

Dopo il voto sulla questione di fiducia, posta nella serata di ieri dal governo e passata con 320 voti favorevoli e 149 contrari, la Camera ha approvato la riforma della giustizia con 403 sì.
A cura di Charlotte Matteini
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Passata la buriana dell'accordo parlamentare sulla legge elettorale, il Parlamento torna a espletare le normali attività legislative e a discutere i provvedimenti rimasti bloccati nel corso delle ultime settimane, in particolare ddl penale, ius soli, e codice antimafia. Nella seduta odierna, per esempio, la Camera ha definitivamente approvato il ddl penale proposto dal ministro della Giustizia Andrea Orlando. Dopo il voto sulla questione di fiducia, posta nella serata di ieri dal governo e passata con 320 voti favorevoli e 149 contrari, la Camera ha approvato la riforma della giustizia con 403 sì. Mdp ha votato a favore della fiducia mentre l'Udc non ha partecipato allo scrutinio. Voto favorevole anche da Ap di Angelino Alfano. L'approvazione del ddl Penale di Andrea Orlando, però, non ha avuto un iter facile e la fiducia, secondo quanto spiegato dal ministro della Giustizia e dagli esponenti della maggioranza, si è resa necessaria per sbloccare lo stallo legislativo, dopo che il disegno di legge è rimasto bloccato in Parlamento per circa 3 anni. "La fiducia è la condizione per arrivare all'approvazione di un provvedimento che era partito più di tre anni fa".

Alla richiesta di fiducia da parte dell'on. Anna Finocchiaro, ministro per i Rapporti con il Parlamento, in Aula si sono scatenate proteste bipartisan. Dai banchi del M5s i deputati hanno esposto cartelli con la scritta #distruggonolagiustizia: "Una protesta necessaria a fronte dell'ennesima fiducia che nasconde la paura dei franchi tiratori, perché se il Pd voleva questa riforma del processo penale poteva metterci la faccia, invece ancora una volta si nasconde, insieme ad Alfano e Verdini. Una riforma che non fa nulla per la prescrizione, mette il bavaglio alla stampa con il divieto di pubblicazione delle intercettazioni rispettando i diktat di Napolitano, taglia i fondi alle intercettazioni stesse, così i magistrati avranno più difficoltà e il tempo contato per chiudere importanti indagini per i reati di corruzione, mafia e terrorismo. E inoltre benefici a pioggia per i detenuti in alta sicurezza, così potranno impartire ordini dalle carceri. Una riforma pessima che non solo difende la corruzione, ma mette a rischio la sicurezza (dei cittadini) con benefici per chi è in carcere invece di affermare la certezza della pena".

Contrari alla richiesta di fiducia anche Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d'Italia: "Atto di vergognosa arroganza: il Pd continua, scientificamente, a mortificare il dibattito parlamentare e le dinamiche democratiche che dovrebbero guidare un percorso legislativo di qualità", ha dichiarato il forzista Paolo Sisto. "Mettono la fiducia perché hanno paura di non avere i voti, evidentemente la ferita della legge elettorale brucia", ha invece spiegato l'onorevole di FdI Ignazio La Russa.

"C'è chi parla di mancanza di democrazia? Se tre anni di discussione non sono sufficienti. Alle opposizioni non è stato per nulla negato il proprio contributo alla legge. Questo di oggi è il sesto passaggio parlamentare, tra commissione e Aula tra Camera e Senato. Se poi questi contributi non sono stati ritenuti validi è perché alla fine ci sono le votazioni e vince la tesi che riscuote più voti. Questa si chiama democrazia, a cui ancora in molti evidentemente in quest'Aula non sono abituati", ha commentato Nino Marotta, capogruppo di Ap in commissione Giustizia.

Molto contraria alla riforma l’Unione delle Camere penali, che in una nota ha accusato il Parlamento di "non ascoltare avvocati e magistrati che tutti i giorni praticano la giustizia anche se su posizioni contrapposte, adottando un percorso legislativo antidemocratico. La riforma Orlando d inciderà sui diritti dei cittadini, siano essi imputati o persone offese: consentire che un processo possa durare all'infinito a scapito della sua ragionevole durata per le inefficienze del sistema non ha nulla di ragionevole bensì solo un sapore di autoritarismo".

Le nuove norme introdotte dalla riforma della Giustizia

Il disegno di legge è composto da un unico maxi-articolo e relativi 95 commi. Tra i punti qualificanti della riforma della Giustizia ci sono la riforma della prescrizione, con la sospensione dei termini che scatta per 18 mesi dopo la condanna di primo grado e altrettanti tra secondo grado e Cassazione, la delega al governo in materia di intercettazioni telefoniche, che interverrà con una stretta alla pubblicazione e diffusione degli stralci ritenuti irrilevanti ai fini dell'indagine o riguardanti persone completamente estranee all'inchiesta.

Le norme inoltre introducono la cosiddetta "indagine breve", ovvero il limite temporale di tre mesi dal deposito degli atti per la richiesta di rinvio a giudizio o l'archiviazione. È inoltre prevista l'estinzione di alcuni reati perseguibili a querela, per esempio la diffamazione o la truffa, qualora il condannato eroghi il risarcimento o o elimini le conseguenze dannose del reato commesso.

Tra le altre norme previste, si inaspriscono le pene per reati come il voto di scambio politico mafioso (la condanna passa da 6 a 12 anni al posto degli attuali 4-10 anni) oltre che per i furti in abitazione, furti con strappo e rapine.

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