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La riforma del Senato in Aula da martedì: ma nel Pd è guerra aperta

Passa in Commissione Affari Costituzionali il ddl Boschi – Renzi sulle riforme. Durissimo scontro fra la minoranza Pd ed i renziani: oggi la resa dei conti in assemblea.
A cura di Redazione
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Con il via libera della Commissione Affari Costituzionali, il disegno di legge costituzionale Boschi – Renzi è pronto per essere discusso alla Camera dei deputati (l’esame dovrebbe cominciare nella giornata di martedì). Comincerà così il secondo passaggio della legge di riforma costituzionale, che contiene modifiche al Titolo V e alla struttura del Senato (che, come vi spieghiamo meglio nel dettaglio qui, non sarà più elettivo, sarà rappresentativo degli Enti locali e avrà soprattutto funzioni di controllo e di indirizzo) e che per essere approvata in via definitiva dal Parlamento necessiterà di ulteriori passaggi a Camera e Senato (oltre che del referendum confermativo).

Come detto, però, durante l’esame della Commissione sono riemerse con forza le distanze fra i renziani e la minoranza del Partito Democratico. Dopo che negli ultimi giorni il Governo era stato battuto due volte, con l’approvazione degli emendamenti che cancellano la nomina di cinque senatori a vita da parte del Presidente della Repubblica, è sul voto dell’articolo 3 che si è consumato lo strappo più doloroso ed evidente: 8 membri della Commissione, facenti parte della minoranza del Pd, hanno preferito non partecipare al voto, in dissenso con l’impostazione del provvedimento, per poi presentare una “proposta alternativa” in particolare sul quorum per l’elezione del Presidente della Repubblica. Ipotesi rigettate dalla maggioranza renziana, mentre la Commissione dava il via libera ad alcune modifiche sostanziali ai quorum per l’approvazione delle modifiche da parte del nuovo Senato: per la legge di Bilancio e la Stabilità occorrerà i due terzi dei voti, per le leggi “normali” servirà la maggioranza semplice, mentre sarà necessaria la maggioranza assoluta per il sistema della protezione civile, gli atti normativi dell'Ue, la cosiddetta clausola di salvaguardia, gli accordi tra le Regioni italiane e altri Stati o regioni straniere, il fondo perequativo per le Regioni svantaggiate, costi e fabbisogni standard, la finanza locale e le disposizioni generali sul Governo del territorio.

Il ministro Boschi esulta su twitter:

Ma la situazione all'interno del Partito Democratico resta tesissima, specie dopo la "minaccia" di scissione di Pippo Civati: insomma, nell'assemblea nazionale c'è da aspettarsi un serrato braccio di ferro.

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