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La retromarcia del governo sull’educazione sessuale a scuola: che fine fanno i fondi in manovra

Dopo neanche due settimane dall’approvazione della manovra è arrivata la retromarcia del governo sull’educazione sessuale nelle scuole. Come ha spiegato in Aula il ministro Ciriani, i fondi stanziati nella legge andranno alla formazione dei docenti sui temi della prevenzione dell’infertilità.
A cura di Giulia Casula
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Dopo neanche due settimane dall'approvazione della legge di bilancio è arrivata la retromarcia del governo sull'educazione sessuale nelle scuole. Oggi il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, durante il question time alla Camera, ha chiarito 500mila euro stanziati dalla manovra per promuovere corsi di educazione sessuale ed affettiva saranno utilizzati per formare gli insegnanti delle scuole medie e superiori sui temi della prevenzione dell'infertilità.

Il Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità per l'anno 2025 era stato incrementato nel ddl bilancio grazie all'emendamento di +Europa, con nuovi stanziamenti destinati a promuovere corsi e attività di formazione nelle scuole sull'educazione sessuale. L'approvazione della proposta era stata accolta come un primo passo avanti da parte delle opposizioni, scatenando la reazione delle associazioni Pro vita.

Va detto, l'emendamento non prevedeva l'inserimento dell'educazione sessuale come materia scolastica (aspetto che rende l'Italia tra i pochi Paesi Ue a non averlo ancora fatto), ma solo di singoli corsi da attivare temporaneamente.

Oggi però, il governo ha fatto dietrofront. Ciriani ha ricordato infatti, che i soldi erano stati previsti per "interventi educativi e corsi di informazione e prevenzione rivolti a studenti" e dedicati "alle tematiche dell'educazione sessuale".

Tuttavia, "nell'ambito della stessa legge di bilancio è stato approvato da questa assemblea un ordine del giorno che impegna il governo a usare tali risorse per fornire moduli formativi rivolti agli insegnanti delle scuole secondarie di primo e secondo grado riguardo alle tematiche della fertilità maschile e femminile con particolare riferimento all'ambito della prevenzione dell'infertilità", ha spiegato.

La riflessione del governo è che "la somma stanziata non avrebbe del resto consentito iniziative a più ampio spettro" nelle scuole e la decisione dei proponenti di attribuirla al fondo per le pari opportunità non consentirebbe "anche in ipotesi, attività dirette interventi nella organizzazione scolastica di pertinenza del ministero dell'Istruzione e del merito", ha precisato.

La scelta di destinare i fondi a quest'altra iniziativa risulterebbe coerente "sia con la disposizione approvata sia con le finalità del fondo che l'emendamento incrementa", ha proseguito. Il governo "si conformerà, dunque, alle decisioni parlamentari certo di interpretare attraverso l'attenzione specifica alla infertilità maschile e femminile l'esigenza che l'emendamento rappresenta", ha concluso.

Le dichiarazioni del ministro hanno fatto infuriare la minoranza, che ha parlato di un "grave passo indietro". Per il segretario di +Europa Riccardo Magi si tratta di una retromarcia "gravissima" perché "il ministro ha detto che il governo non darà seguito alle disposizioni previste dall'emendamento sull'educazione sessuale e affettiva nelle scuole, già approvato in manovra. Non solo una retromarcia gravissima rispetto a ciò che prevede la legge, ma dal punto di vista della democrazia parlamentare, è una operazione sporca e di bassa lega", ha dichiarato.

Anche la capogruppo di Avs alla Camera Luana Zanella parla di "presa in giro", mentre le deputate Pd Sara Ferrari, Antonella Forattini e Valentina Ghio della Commissione bicamerale femminicidio e violenza denunciano: "È sconcertante che una piccola conquista delle opposizioni venga stravolta. Quest'operazione politica manipolatrice, volta a soddisfare la ‘fissazione sessuofobica di certa destra', non solo indegna per il metodo, ma irresponsabile nei confronti della lotta ai femminicidi e alla violenza contro le donne e contemporaneamente incapace di rispondere alla domanda pressante dei giovani e dei docenti di avere informazione ed educazione sul fenomeno della violenza. Basta frequentare davvero una qualsiasi scuola e lo si può verificare", hanno dichiarato.

Soddisfazione invece dalla Lega. "È giusto  tranquillizzare le famiglie e dire chiaramente alle mamme e ai papà che ci stanno seguendo in questo istante che nella scuola italiana non ci sarà mai spazio per l'ideologia gender", ha dichiarato il leghista Rossano Sasso. "L'ideologia genere esiste,esiste quando docenti politicizzati e cosiddetti esperti esterni vorrebbero impartire lezioni di educazione sessuale a bambini di prima elementare. Come si può pensare di parlare di argomenti come il coito, il piacere sessuale, la masturbazione con bambini di 5 anni?", ha domandato.

Parole "vergognose" secondo il Movimento 5 Stelle. "Il leghista  continua a straparlare impunemente di una cosa che non esiste. Questi attacchi alimentano deliberatamente ignoranza e odio, strumentalizzando temi delicati per biechi fini politici", hanno commentato i pentastellati.

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