La replica di Meloni al Senato: “Sul Covid non scambieremo la scienza con la religione”
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è alla prova del Senato per ottenere la fiducia al governo. Un test che sicuramente Meloni affronterà senza problemi, vista la netta maggioranza: a Palazzo Madama su 206 parlamentari il centrodestra può contare sulla carta su 115 voti. Il successo di oggi è assicurato anche se 9 degli eletti al Senato con Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia sono stati nominati ministri e dunque non voteranno in Aula. Dopo la discussione generale sul testo del discorso programmatico pronunciato ieri alla Camera, la premier ha avuto spazio per la replica. Subito dopo ci saranno le dichiarazioni di voto e, alle 19 circa, la chiama. Ieri alla Camera il nuovo esecutivo ha incassato la fiducia con 235 sì e 154 no. Dopo la fiducia il governo potrà cominciare a lavorare, una volta ultimata la squadra dei sottosegretari e viceministri. Ieri seta Meloni ha utilizzato ancora una volta la metafora della ‘nave Italia', twittando: "La rotta è tracciata: andiamo avanti".
La premier oggi pomeriggio ha preso la parola dai banchi del Senato: "Mi scuso per la voce e per la tosse. Ringrazio tutti i senatori intervenuti, per un dibattito franco, ma rispettoso e composto. La prima cosa emersa è lo stato reale in cui versa l'Italia, la povertà dilagante, i dati sulla disoccupazione, la precarietà, le scarse risorse che abbiamo a disposizione. Questo racconto ci aiuta a fare una grande operazione di verità. Un racconto più sincero da quello che è stato fatto in altri tempi, quando si brindava sulla fine della povertà".
"Il secondo elemento è che sono stata criticata per aver cercato ieri di delineare una visione, mi è stato detto che gli italiani non si aspettavano questo, risposte concrete. Non sono d'accordo. Senza che vi sia una visione, un manifesto programmatico, anche le risposte concrete che si danno rischiano di non essere efficaci. Abbiamo visto spendere centinaia di miliardi di euro che non hanno prodotto nulla. A maggior ragione quando hai risorse limitate devi scegliere una strada, e poi ragioni sui provvedimenti concreti. Ieri ho scelto di disegnare l'Italia" che vorremmo avere.
"Il tema dell'energia è una nostra grande priorità. Giustamente mi si chiede di tornarci. Tre livelli di intervento: tema del contrasto alla speculazione, bisogna fermare gli speculatori. Ieri il nostro ministro Pichetto Fratin ha partecipato al Consiglio dei ministri dell'energia europei, si sono fatto dei piccoli passi avanti. Oggi si ragiona su un price cap dinamico, ma dall'altra parte c'è il tema del disaccoppiamento tra il prezzo del gas e delle altre fonti energetiche. L'Europa ha approvato un regolamento che fissa un tetto massimo alle rinnovabili".
"L'emergenza è il secondo livello. In attesa che questi provvedimenti impattino sul costo dell'energia, c'è un'emergenza immediata. Occorre lavorare anche interventi ben calibrati per aiutare imprese e famiglie, recuperando le risorse dagli extraprofitti e dall'extragettito che lo Stato ricava dai costi dell'energia. Noi abbiamo bisogno di soluzioni strutturali. Penso che si debba operare per sbloccare procedure ferme da lustri. Per il rigassificatore di Gioia Tauro basta un dpcm. Serve a guadagnare tempo. Servono misure che liberino l'Italia da una dipendenza energetica, penso alla ripresa di estrazione di gas nazionale. Le risorse nazionale vanno ottimizzate, come chiede l'Europa. Non è che quando lo estraggono altre nazioni lo stesso gas inquina di meno. Si deve tenere conto degli obiettivi europei di potenziamento degli impianti rinnovabili, c'è una grande questione burocratica che va affrontata", ha detto ancora Meloni
"La sostenibilità ambientale deve andare di pari passo con la sostenibilità sociale ed economica. Non possiamo pensare di demolire filiere di eccellenza nazionale per assecondare obiettivi che erano stati fissati prima della guerra. Non possiamo passare dalla dipendenza dal gas russo alla dipendenza dalle materie prime cinesi. Queste priorità saranno tra le prime che porteremo avanti, in materia di scelte strategiche. Credo che sia cosa buona quando si arriva al governo sostenere le stesse cose che si sostenevano fino al giorno prima".
"Sanità pubblica, la sfida è superare l'emergenza, abbiamo accumulato un grande gap per le prestazioni ordinarie. Bisogna puntare su prossimità, sanità territoriale, valorizzare i medici di medicina generale, cure domiciliari, telemedicina, migliorare la comunicazione tra ospedale e territorio, e poi la qualità. E poi il diritto alla salute, non è accettabile il turismo sanitario in questa nazione. Sono d'accordo con quello che dice la collega Lorenzin sulle evidenze scientifiche, diamo valore alla scienza, per questo non la scambiamo con la religione, abbiamo contestato che si scambiasse la scienza con la religione. Non riprenderemo quella linea, la scienza non è una scelta politica".
"Salario minimo. Il contrasto al lavoro povero è una priorità, il problema è intendersi sul modo migliore per attuarlo: il salario minimo legale rischia di essere uno specchietto delle allodole, perché la gran parte di coloro che hanno un lavoro dipendente sono coperti da un contratto collettivo nazionale. La sfida secondo me è estendere i contratti, la contrattazione collettiva. I salari sono così bassi perché ci vuole il taglio sul cuneo fiscale. Quando il governo precedente ha avuto 8 miliardi da spendere Fdi ha chiesto che quelli fossero impiegati proprio sul cuneo. È stata fatta una scelta diversa. Ci vuole un taglio di almeno 5 punti. Due terzi ai lavoratori, un terzo alle aziende. Naturalmente ha un costo rilevante ed è un impegno di medio-termine. Ci prendiamo questo impegno di medio termine".
"Tassa piatta, occorre fare chiarezza. Ho fatto due proposte, una sul regime forfettario, l'altra sulla flat tax incrementale. È un modo per premiare il merito. Chi fa di più è giusto che venga premiato".
"Non vogliamo stravolgere il Pnrr, non abbiamo mai detto che andasse riscritto. Ma rivederlo sulla base dell'articolo 21 del Next generation Eu che consente agli Stati di fare degli aggiustamenti se cambiano gli scenari e di valutare quegli scenari. Il Pnrr è stato scritto in un tempo in cui non c'era la guerra e gli aumenti dei costi dell'energia. È lecito ragionare se quegli interventi sono validi ancora oggi o no?".
Secondo Meloni al sul tetto al contante c'è stata "una discussione ideologica", e cita Pier Carlo Padoan, ministro del Pd, per dire che non c'è correlazione tra tetto al contante e sommerso. "In questi anni abbiamo assistito a una discussione ideologica, collegandolo al tema dell'evasione fiscale. Lo dirò con chiarezza, non c'è correlazione fra l'intensità del limite al contante e la diffusione dell'economia sommersa. Ci sono paesi in cui il limite non c'è e l'evasione è bassissima, sono parole di Piercarlo Padoan, ministro dei governi Renzi e Gentiloni, governi del Pd", ha aggiunto, "la Germania e l'Austria non hanno un tetto al contante. Metteremo mano al tetto al contante", ha annunciato.
Quindi Meloni si è rivolta direttamente alla senatrice Cucchi: "Non si combatte il sovraffollamento delle carceri depenalizzando. Io credo nel valore e nel principio della certezza del diritto. Liliana Segre ha detto che noi dobbiamo sapere scegliere il giusto. Ma come si fa ad aiutare chi sceglie il giusto, se chi sceglie ciò che è sbagliato non paga mai? Credo che la certezza del diritto dipenda anche dalla certezza della pena".
"Io vengo dalla militanza giovanile, in tutta la mia vita non ho mai organizzata una manifestazione per impedire a qualcun altro di dire la sua. La democrazia è nel rispetto delle idee altrui. Altrimenti cosa facciamo?".
Altro tema è quello degli incidenti stradali: "Sono una materia che terremo presente. Da questo punto di vista non credo si debba appesantire il quadro normativo ma occorra attuare le disposizione vigenti e che i controlli debbano essere efficaci. Ragionare sul tema della prevenzione. Su questi temi ci sentiamo impegnati".
"Ho replicato ieri e dirò cose simili anche qui, perché magari non avete sentito la replica sul tema della lotta alla mafia, su cui sono tornati alcuni colleghi. Ribadisco che la priorità nella lotta alla criminalità organizzata sta soprattutto nella capacità di colpire i proventi dell'attività illecita, rendendo le risorse sottratte ai clan disponibili per scopi istituzionali e sociali. Oggi larga parte dei beni sono inutilizzati. Sarebbe un segnale estremamente potente, come alcune volte si è riusciti a fare, di uno Stato che ha la meglio sulla criminalità organizzata".
"Al senatore Scarpinato dovrei dire che mi dovrei stupire di un approccio così smaccatamente ideologico. Ma mi stupisce fino a un certo punto perché l'effetto transfert che lei ha fatto tra neofascismo, stragi e sostenitori del presidenzialismo è emblematico del teorema di parte della magistratura, a cominciare dal depistaggio e dal primo giudizio sulla strage di via d'Amelio. E questo è tutto quello che ho da dire".
"Mi è stato detto poi che non ho parlato di pace, non significa che mi piace la guerra. Differentemente da quello che pensano molti la pace non si fa sventolando le bandiere arcobaleno in piazza, l'aggressione all'Ucraina non è accettabile. Il punto è che cosa è andato storto nelle intenzioni della Russia? Che gli ucraini si sono difesi. L'unica possibilità di favorire un negoziato nei conflitti è favorire un equilibrio. A meno che qualcuno non pensi che la pace si raggiunga con la resa dell'Ucraina. Non me lo potete chiedere. Voi pensate che la posizione italiana deciderebbe il conflitto in Ucraina? Pensate che cambierebbe qualcosa? Cambierebbe però la nostra credibilità, la nostra capacità di difendere il nostro interesse nazionale".
"Noi abbiamo fatto sempre un'opposizione molto franca, credo che il dibattito sia il sale della democrazia. Credo che diverse volte si è potuto contare sul sostegno di FdI. Ci chiesero, quando votammo sulla riduzione dei parlamentari, "cosa vi aspettate in cambio?". Niente, perché la condividiamo. E questo coraggio e questa lealtà che posso chiedere all'opposizione, che si possa parlare nel merito, che non si facciano dibattito ideologici. Mi auguro che vogliate valutare i provvedimenti nel merito e valutare se votarli o meno", ha concluso.