Quando manca pochissimo alle elezioni regionali siciliane, si infiamma la campagna elettorale e cominciano ad essere diffusi sondaggi di una certa consistenza. Rilevazioni che per ora non fanno altro che confermare due tendenze consolidate: l'incertezza dell'esito finale e l'altissima percentuale di indecisi. In effetti, accanto al dato prettamente numerico, che mostrerebbe i due candidati, Crocetta per il centrosinistra e Musumeci per il centrodestra, praticamente appaiati, è segnalato un astensionismo fortissimo, con circa la metà degli elettori siciliani che diserterebbe i seggi. Ma c'è una terza considerazione da fare, che solo in parte esula dai dati mostrati finora.
Si tratta della grande mobilitazione dei siciliani intorno alla figura di Beppe Grillo e alla campagna elettorale di Cancelleri, candidato del Movimento 5 Stelle alla poltrona di Governatore della Regione. E' in effetti indiscutibile che lo sbarco in Sicilia di Grillo sia stao il vero "evento" di queste elezioni regionali, il vero fattore in grado di catalizzare l'attenzione dei media e di portare nelle piazze migliaia di cittadini. Mentre Micciché, pur accreditato di oltre il 10%, arringava una piazza vuota, ogni comizio del leader del Movimento si trasformava in un bagno di folla. Migliaia di persone che solo un giudizio superficiale può ridurre a "spettatori dello show di un ex comico". E questo, è un fatto politico incontestabile (basterebbe osservare quello che succede sui social network, monopolizzati o quasi dall'attivismo grillino).
Un "fatto" che per di più ha un duplice effetto, a livello locale ed in seconda battuta nazionale. Già, perché è evidente che una simile mobilitazione, nella terra in cui in tanti erano rimasti affascinati dalla retorica destrorsa e qualunquista di forconi e affini (che pure presentano Mariano Ferro come candidato), può avere un effetto domino sul popolo degli indecisi, sui tanti delusi dalla politica che tornerebbero alle urne solo per "imprimere una svolta radicale". Un cambiamento che, per ragioni opposte, né Crocetta né Musumeci né Micciché sembrano in grado di rappresentare compiutamente. E, quale che sia il risultato delle urne, siamo certi che la mobilitazione (non adoperiamo a caso questo termine) rappresenterà un elemento caratterizzante della vita politica post – Lombardo / Cuffaro. Un elemento decisamente positivo, per mille ragioni che esulano dalle simpatie politiche e dai tanti limiti nella gestione interna del Movimento e nella stessa "qualità e profondità" del programma a 5 Stelle (ne abbiamo parlato a lungo e con toni spesso critici).
Ma c'è anche un altro elemento, da non sottovalutare. La campagna di Grillo in Sicilia testimonia con evidenza il potenziale (ancora) inespresso e la forza intrinseca del messaggio e della comunicazione a 5 Stelle. Basterebbe dare un'occhiata agli ultimi sondaggi che, dopo il calo lento e costante delle ultime settimane, vedono una clamorosa risalita dei 5 Stelle. L'ultima rilevazione SWG parla addirittura del 21%, più di un quinto degli italiani. Serve aggiungere altro?