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La raccolta di Natale di Soumahoro per regali a 200 bimbi del ghetto. Caritas: “Qui bambini non ce ne sono”

Fanpage.it torna sulle raccolte fondi promosse dall’associazione di Aboubakar Soumahoro. Il caso dei 16 mila euro raccolti per i doni di Natale ai bambini. La denuncia di Don Andrea Pupilla: “Lì non ci sono bambini, è tutto uno spot”.
A cura di Antonio Musella
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Fanpage.it ha già pubblicato lo scorso 14 settembre l'inchiesta sui fondi raccolti dalla Lega Braccianti di Aboubakar Soumahoro, ora deputato, raccogliendo la denuncia dei braccianti del ghetto di Torretta Antonacci, co fondatori dell'associazione dell'ex leader sindacale. Oltre 200 mila euro raccolti per i braccianti dei ghetti di cui gli ex soci di Soumahoro avevano perso le tracce. Fondi che il neo eletto deputato ha saputo giustificare solo in parte. All'appello mancano diverse decine di migliaia di euro. Ma c'è un'altra raccolta, promossa lo scorso Natale, la cui efficacia risulta assai dubbia. Si tratta di una iniziativa di crowfunding attivata dalla Lega Braccianti di Soumahoro sulla piattaforma GoFundMe, con lo scopo di comprare i regali di Natale per i bambini che vivono nei ghetti del foggiano. Dalle verifiche fatte da Fanpage.it però, di bambini nelle baraccopoli della provincia di Foggia ce ne sarebbero davvero pochi. Soumahoro si fece fotografare vestito da Babbo Natale tra i braccianti, ma dove sono finiti i 16 mila euro raccolti su GoFundMe?

Sedicimila euro per i bambini: "Ma lì non ci sono minori"

La raccolta fondi su GoFundMe per portare i doni di Natale ai bambini dei ghetti del foggiano è stata attivata il 3 dicembre 2021, ad oggi risultano raccolti oltre 16 mila euro.  Abbiamo chiesto alla direttrice della piattaforma GoFundMe, Elisa Finocchiaro, come la Lega Braccianti ha giustificato le spese rispetto ai fondi raccolti per i doni di Natale ai bambini. "Con i fondi della medesima campagna, ci risultano realizzati 1) una consegna di circa 200 regali e generi alimentari il 23 dicembre 2021 presso la ‘Casa dei Diritti e della Dignità Giuseppe Di Vittorio’ di Borgo Mezzanone 2) il rimpatrio nel gennaio 2022 in Mali della salma di Oumar Fofana, bracciante di 27 anni di Torretta Antonacci deceduto circa due mesi prima" ci scrive via mail la direttrice della piattaforma. Oltre alle spese per il rimpatrio della salma di Oumar Fofana, drammaticamente scomparso il 27 novembre 2021, dopo che in estate era stato colto da un malore a causa delle terribili condizioni in cui era costretto a lavorare, ci sarebbero regali per 200 bambini.

Ma ci sono bambini nei ghetti di Torretta Antonacci e Borgo Mezzanone? Secondo Don Andrea Pupilla, direttore della Caritas di San Severo, non ci sarebbero minori. "Io ho visto la vostra inchiesta – spiega Don Andrea a Fanpage.it – devo dire che sono sempre stato molto perplesso da queste attività della Lega Braccianti. A noi non ci risultano bambini nel ghetto di Torretta Antonacci, mentre ce ne risulta qualcuno in quello di Borgo Mezzanone, ma sicuramente non sono 200, assolutamente no". Don Andrea e i volontari della Caritas operano su quel territorio e conoscono bene la situazione nei ghetti. "A Torretta Antonacci non ci sono proprio bambini, a me personalmente questa raccolta fondi per i doni di Natale ha dato molto fastidio, mi è parsa proprio una strumentalizzazione – spiega Don Andrea – vedo che ci sono molti punti oscuri, lascia davvero perplessi".

Abbiamo quindi chiesto nuovamente alla direttrice di GoFundMe se la Lega Braccianti ha certificato le spese attraverso dei documenti fiscali, ma dalla piattaforma fanno sapere di non esserne in possesso: "Noi non siamo in grado di produrre documenti fiscali altrui o dichiarare più di quanto dichiarato, ovvero che la Lega Braccianti ETS è stata validata come beneficiario legittimo dei fondi raccolti e che ci risulta dichiarato dal Responsabile della Lega Braccianti ETS che sono state sostenute le spese per le due azioni sopracitate: rimpatrio salma e consegna regali e generi alimentari (senza menzione specifica da parte del Responsabile Aboubakar Soumahoro circa l'età dei percettori dei beni)".

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Don Andrea: "Le raccolte sono state operazioni spot"

Il clamore mediatico di questi giorni, che spesso è sfociato in vera e propria gogna, rischia di mettere da parte le condizioni reali in cui sono costretti a lavorare i braccianti agricoli migranti nel campagne pugliesi. Persone costrette a vivere in baracche, a lavorare per pochi euro al giorno, rischiando di morire, come avvenuto a Oumar Fofana. Noi abbiamo provato a stare semplicemente sui fatti che riguardano la posizione di Aboubakar Soumahoro, non dimenticando le ragioni di una battaglia per i diritti e il miglioramento delle condizioni di lavoro che non riguarda un singolo i cui comportamenti saranno giudicati poi da tribunali ed elettori, ma migliaia di persone in condizione di povertà e talvolta di riduzione in schiavitù, condizione che non abbiamo mai mancato di denunciare. L'impiego dei soldi delle raccolte fondi è stato pubblicizzato da Soumahoro nella quasi totalità dei casi come acquisto di generi di prima necessità, addirittura pari a 120 mila euro. "Noi abbiamo portato generi di prima necessità durante il Covid ma solo perché non ci si poteva muovere – dice Don Andrea – ma in generale non è quello che ci chiedono, non hanno bisogno di generi di prima necessità. Come Caritas ci rechiamo lì, è un posto sicuramente degradato ma non ci chiedono cose materiali, ci chiedono aiuto per i documenti, per l'assistenza fiscale, questo è l'aiuto che chiedono". Quindi anche le spese in generi alimentari non corrisponderebbe ad un reale bisogno. "Non è quello il bisogno, loro riproducono nel ghetto una città, loro amano procurarsi e cucinarsi il cibo secondo la loro cultura. Io penso che si è trattato di iniziative spot con molte strumentalizzazioni".

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