La rabbia dei docenti contro Azzolina: “Un anno per aggiornare le graduatorie, vergogna”
Sono da poco passate le venti e trenta quando, al termine del Consiglio dei Ministri, presentando le misure per garantire il funzionamento del sistema scolastico di fronte all’emergenza Covid, la ministra Azzolina pronuncia queste parole: “Una piccola nota dolente, chiedo scusa a tutti i precari della scuola. Non riusciamo ad aggiornare le graduatorie d’istituto”.
La frase gela le speranze di migliaia di persone che aspettavano la scadenza di luglio per vedere aggiornato il proprio punteggio e la propria posizione all’interno delle graduatorie per l’insegnamento o per entrare nella terza fascia, quella per i non abilitati che possono essere chiamati dalle scuole a fare supplenze. Ora invece dovranno rimandare al 2021
Bastano pochi minuti e sui social parte la protesta. “Questa cosa mi rovina”, scrive Andrea, che attendeva la riapertura per accedere alla terza fascia. “Per acquisire punti quest’anno ho fatto un master, un esame privato per l’uso della lavagna multimediale, quello d’inglese, in tutto ho speso più di mille euro. Oltre ai 400 euro per i 24 crediti CFU. Due anni di sacrifici buttati”.
A far infuriare i precari della scuola sono anche le motivazioni alla base del blocco, le “procedure vetuste”, come le definisce la Azzolina in conferenza, che non permettono di smaltire un milione di domande in formato cartaceo, visto che un meccanismo di gestione delle pratiche online non c'è. Scrive Barbara: “Noi insegnanti in poco tempo ci siamo dovuti adattare alla didattica a distanza, voi vi prendete un anno per organizzare l’aggiornamento delle graduatorie, è vergognoso!”.
Su questo punto insistono in molti. Come Bruno: “Per fare didattica digitale siamo tutti bravi e pronti, ma per accettare le domande non siamo abbastanza digitalizzati”. Dal Miur si fa notare come il meccanismo preveda che le pratiche siano compilate di persona, una procedura impossibile con le scuole chiuse. Ribatte Pina su Facebook: “Il ministero deve creare subito una piattaforma che permetta l’inserimento dei dati in formato digitale”.
Nello staff del ministro si sottolinea che Azzolina già da sottosegretario aveva fatto inserire una norma nel precedente decreto scuola per digitalizzare le procedure. “Con la pandemia in corso è impossibile – spiegano dal ministero -, ma è chiaro che la volontà c'è. E non è più rimandabile”.
Sulle pagine e nei gruppi Facebook dei docenti la rabbia però è sempre più incontenibile. “Delle sue scuse io e mia figlia che sta per nascere non ce ne facciamo nulla”, attacca Ofelia. C’è chi chiede lo sciopero immediato del mondo della scuola, altri invocano la riapertura immediata dei termini o le dimissioni del ministro con petizioni online che in pochi minuti raggiungono migliaia di firme. "Con un’espressione di facciata Azzolina sta annientando la nostra vita – scrive Mary – chi crede e combatte per i valori della scuola forse da oggi non lo farà più”.