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La provocazione di Piero Grasso: “Basta certificati antimafia”

Il procuratore nazionale antimafia propone di sostituire la certificazione antimafia con una ”white list” di imprese che operano nella legalità. Il Ministro Severino: “Nessun tabù”.
A cura di Alfonso Biondi
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Il procuratore nazionale antimafia

Eliminare i certificati antimafia. E' questa la provocazione lanciata dal procuratore nazionale antimafia Piero Grasso nel corso di un convegno a Palermo sul codice antimafia. Grasso ha posto l'accento sulla necessità di accelerare i tempi della documentazione antimafia che "che rischia di essere aggirata dalle intestazioni fittizie a soggetti puliti". Poi la provocazione: "Non è meglio accettare l'idea di eliminare la certificazione antimafia?".

Una "white list" delle imprese- Grasso ha parlato della possibilità di sostituire l'attuale certificato antimafia, che spesso causa lungaggini burocratiche nocive alle imprese, con la costituzione di più efficiente "white list". L'idea è quella di creare una lista con i nominativi di quelle imprese che possono contare su diverse caratteristiche peroperare nella legalità. Il procuratore nazionale antimafia cita ad esempio quelle imprese che aderiscono alle regole sulla tracciabilità delle spese, alla trasparenza dell'assetto societario, che smaltiscono i rifiuti senza cagionare danni all'ambiente, che certifichino di non avere subito estorsioni .

Il procuratore di Palermo: "Cancellazione misura troppo radicale"- Sulla questione ha detto la sua anche Francesco Messineo, procuratore capo di Palemo. Per Massineo si può discutere di tutto senza tabù, ma la totale abolizione del certificato antimafia, a suo avviso, "è una misura troppo radicale". La certificazione antimafia, ha ammesso, non ha dato i risultati sperati, anche perché l'utilizzo di un prestanome rende facile poter aggirare le regole.  "Ma anche i divieti di parcheggio sono disattesi e ciò non comporta necessariamente che debbano essere aboliti" ha aggiunto il procuratore, che ha poi concluso il suo intervento dichiarandosi favorevole alla "white list " proposta da Grasso.

IL Ministro Severino: "Nessun tabù"- Provocazione, quella dell'abolizione della certificazione antimafia, accolta dal Ministro della giustizia Paola Severino, anch'ella al convegno, la quale ha sentenziato: "L'abolizione del certificato antimafia non deve essere un tabù, ma se ne può discutere". Nel corso del convegno, magistrati e studiosi hanno consegnato al Ministro un pacchetto con 23 proposte per modificare l'attuale codice antimafia, contenenti i "necessari correttivi alla disciplina dei tempi del sequestro e i compiti dell'Agenzia nazionale dei beni confiscati".

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