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La Provincia di Treviso assumerà prima le donne incinte nei concorsi pubblici

A parità di punteggio, la candidata incinta verrà scelta sugli altri. La provocazione parte dal presidente della Provincia di Treviso, il leghista Stefano Marcon, per favorire la natalità. “Se la legge ce lo consente andremo ben oltre la parità di merito”, ha detto.
A cura di Luca Pons
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La Provincia di Treviso lancia un segnale sul tema dell'occupazione femminile: d'ora in poi, in tutti i bandi pubblici, a parità di punteggio verranno assunte le donne incinte. L'annuncio, che vuole essere una provocazione politica in ambito di natalità e lavoro delle donne, è arrivato dal presidente della Provincia, il leghista Stefano Marcon.

"D’ora in poi, in ogni bando di assunzione inseriremo un titolo di preferenza: in caso di parità di punteggio, sarà data precedenza alla donna che dovesse essere incinta in quel momento", ha detto Marcon durante l'assemblea dei sindaci della provincia per approvare il bilancio. Lo scopo dell'iniziativa è di ricordare che "bisogna favorire in qualche modo la natalità con un sistema di welfare che deve dare tranquillità".

Insomma, non basta intervenire sull'assegno unico o sugli asili nido – tema su cui peraltro ieri la maggioranza di governo ha bocciato un emendamento proposto da Giorgia Meloni nel 2019 – per favorire la crescita demografica. "Deve passare un messaggio diverso rispetto a quello a cui siamo stati abituati", ha aggiunto il presidente di Provincia.

La proposta arriva dalla consapevolezza che spesso, per una donna incinta, trovare lavoro può essere quasi impossibile. Ai colloqui, infatti, specialmente per chi è in una fase in cui la gravidanza è molto visibile, la cosa viene inevitabilmente tenuta in considerazione. Le aziende considerano svantaggioso assumere una persona che, pochi mesi dopo, dovrà smettere di lavorare e utilizzare il congedo parentale.

L'iniziativa di Marcon vuole sovvertire le cose e favorire esplicitamente le donne incinte. È chiaro che l'iniziativa rischia di essere incostituzionale: per questo il presidente di Provincia ha chiarito che si inserirà "un titolo di preferenza per le donne che svolgeranno il concorso in stato di gravidanza" solo "se la legge ce lo consentirà", e in quel caso "estenderemo questa opportunità ben oltre il pari merito". La sfida, quindi, viene rivolta direttamente al Parlamento e al governo Meloni.

Dalla politica locale sono arrivate reazioni positive: "Vedo in modo positivo qualsiasi cosa che favorisca le donne", ha detto la sindaca leghista di Velago, in provincia di Treviso, Cristina Andretta, "soprattutto pensando che, se partecipano ai concorsi pubblici, forse sono anche disoccupate". La stessa Andretta ha detto di aver recentemente partecipato a un concorso pubblico vinto da una donna incinta: "Non è entrata in servizio per maternità, ma ben venga, lo farà appena possibile", ha detto.

Stefania Golisciani, sindaca di Casale sul Sile (dove la Lega è all'opposizione) ha espresso un parere simile: "Se vivessimo in un mondo perfetto non sarei favorevole a misure che tutelano le donne, tantomeno in gravidanza, e lo dico da mamma di un bambino di 20 mesi. Ma in questo momento storico, denso di storture culturali a causa delle quali le donne, specie se in attesa, sono discriminate, occorre riconoscere la realtà dei fatti, perciò ben venga un cambiamento di rotta".

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