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Fiducia sul decreto banche, M5S protesta: “No al Governo dei banchieri, Boschi si dimetta”

Il M5S rilancia la polemica nei confronti del ministro Boschi sul caso Banca d’Etruria: “No all’ennesimo decreto in favore delle banche, il ministro prenda atto che quel brav’uomo di suo padre forse tanto bravo non è”.
A cura di Redazione
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AGGIORNAMENTO: Il Governo ha ottenuto la fiducia sul ddl di conversione del decreto BCC: i sì sono stati 351.

Nella giornata di oggi alla Camera si voterà la questione di fiducia posta dal Governo sull’approvazione “senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge 14 febbraio 2016, n. 18, recante misure urgenti concernenti la riforma delle banche di credito cooperativo, la garanzia sulla cartolarizzazione delle sofferenze, il regime fiscale relativo alle procedure di crisi e la gestione collettiva del risparmio”. Si tratta della riforma delle banche di credito cooperativo, una delle misure più contestate dalle opposizioni che la considerano l’ennesimo favore alle banche e “un altro attacco al credito di territorio e al risparmio dei cittadini”.

Dopo il caso Banca Etruria e il salva banche, insomma, è ancora sul campo degli interventi di riforma degli istituti di credito che va in scena il braccio di ferro fra maggioranza e opposizione. Questa mattina i parlamentari del Movimento 5 Stelle si sono ritrovati all’esterno di Montecitorio, assieme a un gruppo di associazioni per la difesa dei consumatori, per protestare contro quello che è definito come “un salvagente statale per le malefatte dei banchieri, la fregatura sull'anatocismo”. I deputati promettono battaglia in Aula, anche se il Governo ha blindato il provvedimento con la fiducia: “Faremo ostruzionismo e terremo inchiodata la maggioranza in aula per tutto il tempo che servirà a denunciare, in dettaglio, gli obbrobri che il governo vuole far passare con l'ennesima fiducia. Ci faremo sentire a partire da oggi sotto Montecitorio, sia fuori che dentro il palazzo!”.

La lettura della situazione in casa 5 Stelle è chiarissima:

Al governo non sono bastati 130.000 risparmiatori truffati dalla gestione dissennata di quattro banche e beffati dal un decreto ‘salva-banchieri’ che li ha lasciati sul lastrico. […] Il Bomba e Padoan, invece, hanno messo in piedi un fondo da appena 100 milioni di euro e si sono impantanati sulla procedura, peraltro discriminante, degli arbitrati. Una procedura che, a distanza di quasi tre mesi dal varo della legge di Stabilità, è ferma, avvolta nella nebbia. I risparmiatori intanto aspettano e, accompagnati dal M5S, continuano a portare in piazza la loro disperazione, a rivendicare i loro diritti.

[…] In uno scenario di questo tipo, con il bail-in che getta nel panico i risparmiatori e compromette il rapporto tra cittadini e banche, il governo ha pensato bene di sancire il trionfo del modello “Banca Spa”, quello più speculativo che ha generato e amplificato la crisi mondiale.

Ecco che il decreto sul credito cooperativo smantella l’indipendenza delle Bcc e le pone sotto il controllo di una holding Spa. In più prevede una garanzia statale, a carico quindi dei cittadini, a copertura delle sofferenze bancarie figlie delle gestioni scriteriate dei manager degli istituti. E, negli ultimi giorni, abbiamo pure assistito alla beffa dell’anatocismo (il pagamento degli interessi sugli interessi di un prestito) reintrodotto per legge da una norma redatta dalla maggioranza sotto la dettatura delle grandi banche. Tutto ciò, dopo che il governo si prepara a concedere agli istituti la possibilità di togliere per via diretta la casa ai debitori che non riescono a pagare qualche rata di mutuo.

Addio al credito di territorio. Addio al risparmio mutualistico e solidaristico. Presto la holding unica delle Bcc potrebbe finire sotto il controllo di capitali di altra natura. Ecco l’ultima cassaforte da regalare ai soliti squali. L’esecutivo del ministro Boschi sta calpestando i principi costituzionali della tutela del risparmio e della libera iniziativa economica.

Per i grillini, ci sono poi chiarissime responsabilità del ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, che appare in palese conflitto di interessi e dovrebbe dimettersi:

Il ministro Boschi resta attaccata alla poltrona e non prende atto che quel brav’uomo di suo padre, indagato per bancarotta fraudolenta in relazione al crac Etruria da 1,1 miliardi, forse tanto bravo non è. Soprattutto considerato l’ambiente di massoni, faccendieri e mestatori che Boschi senior frequentava e al quale si rivolgeva per il ricambio manageriale della stessa banca. Cosa aspetta a dimettersi? Il M5S chiede che si dimetta usando lo stesso metro di misura che lei stessa usò con l'ex ministro Cancellieri.

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