La proposta di Renzi per ricostruire il Terzo polo: “Né io né Calenda leader”
"Uno slogan: terzo polo con un terzo nome alla guida". È la proposta di Matteo Renzi, per ricostruire il progetto dismesso ormai più di un anno fa e offrire così una casa all'oltre 7% dell'elettorato riformista e liberale italiano che, al momento del voto europeo, si è ritrovato tra due fuochi: da una parte Azione, con la lista Siamo europei, dall'altra Stati Uniti d'Europa, l'accordo di scopo siglato tra +Europa e Italia Viva.
Una scelta, quella di correre separati, imputabile più a screzi personali che a delle effettive divergenze di veduta, ma che alla fine non ha premiato in termini di consenso. Il risultato, come si è appreso nella notte di domenica 9 giugno, è stato una deludente debacle per entrambi gli ex leader del fu Terzo polo. "Per questo sono molto amareggiato, anche perché al posto nostro vanno a Strasburgo candidati che esprimono concetti opposti al nostro: quello che voleva sciogliere la Nato o quello che entra nel gruppo europeo di Le Pen. Potevamo avere 7 parlamentari, per colpa della divisione saranno ZERO", ha scritto su X Renzi, commentando l'esito elettorale che lasciato Stati Uniti d'Europa, con il 3,77%, ferma ai banchi di partenza.
"Grazie a chi ha scritto Renzi sulla scheda. Non ero candidato in tutte le circoscrizioni perché purtroppo abbiamo saltato il Nord Est. E ciò nonostante abbiamo ottenuto oltre 207 mila preferenze. È un numero impressionante per una lista che non ha fatto il quorum: il rapporto tra voti di lista e di preferenza nel mio caso è notevolissimo. Grazie davvero. Purtroppo però questi voti non serviranno a nulla. È inutile fare gol, magari una bella doppietta, se la tua squadra perde", ha aggiunto. Come Italia Viva e +Europa, anche la lista di Azione non è riuscita a superare la soglia di sbarramento e ottenere un pass per Bruxelles. "A chi dice: tutto questo per colpa delle vostre divisioni personali rispondo per l’ultima volta. L’ ultima, davvero. Poi basta, è noioso per me, figuriamoci per un cittadino comune. Mettere tutti sullo stesso piano in termini di responsabilità è profondamente ingiusto. Dire che sono tutti uguali è tipico dei populisti", ha sottolineato il leader di Iv.
"Le persone serie leggono i fatti. E distinguono le responsabilità. Noi abbiamo sempre detto si a tutti gli appelli all’unità, aderendo a quello finale di Emma Bonino per gli Stati Uniti d’Europa. Abbiamo sempre detto che servivano i voti e non i veti. Abbiamo subito veti ma non li abbiamo messi. E non ne metteremo mai, perché noi facciamo politica con le idee e non con i rancori", ha proseguito con una non troppo velata allusione al rivale Calenda.
"E proprio perché facciamo politica come Italia Viva abbiamo deciso che tutti i nostri dirigenti e iscritti si confronteranno in un congresso libero e contendibile in autunno. Questa è la verità che nessuno può contestare perché è la discussione pubblica degli ultimi mesi. Ora però parliamo di futuro. Quest’area politica rappresenta il 10% dell’elettorato. È decisiva per le future elezioni. Non dare rappresentanza a questi cittadini è una follia", ha aggiunto Renzi lanciando così la sua proposta dare vita a un nuovo Terzo polo. "Noi siamo per costruire in modo democratico, dal basso, una casa comune per tutti i riformisti, libdem e popolari. E pensiamo che il primo gesto per dare una mano alla costruzione di questo processo debba arrivare da chi ha avuto responsabilità in passato: non può essere nessuno di noi a gestire questo passaggio.Uno slogan: terzo polo con un terzo nome alla guida", ha concluso.