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Elezioni europee 2024

La proposta di Renzi per ricostruire il Terzo polo: “Né io né Calenda leader”

“Uno slogan: terzo polo con un terzo nome alla guida”. Così il leader di Italia Viva Matteo Renzi, all’indomani della debacle della sua lista alle europee, lancia una proposta per ricostituire il progetto fondato con Carlo Calenda in occasione delle elezioni politiche del 2022. Ma a una condizione: “Nessuno di noi gestirà questo passaggio”.
A cura di Giulia Casula
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"Uno slogan: terzo polo con un terzo nome alla guida". È la proposta di Matteo Renzi, per ricostruire il progetto dismesso ormai più di un anno fa e offrire così una casa all'oltre 7% dell'elettorato riformista e liberale italiano che, al momento del voto europeo, si è ritrovato tra due fuochi: da una parte Azione, con la lista Siamo europei, dall'altra Stati Uniti d'Europa, l'accordo di scopo siglato tra +Europa e Italia Viva.

Una scelta, quella di correre separati, imputabile più a screzi personali che a delle effettive divergenze di veduta, ma che alla fine non ha premiato in termini di consenso. Il risultato, come si è appreso nella notte di domenica 9 giugno, è stato una deludente debacle per entrambi gli ex leader del fu Terzo polo. "Per questo sono molto amareggiato, anche perché al posto nostro vanno a Strasburgo candidati che esprimono concetti opposti al nostro: quello che voleva sciogliere la Nato o quello che entra nel gruppo europeo di Le Pen. Potevamo avere 7 parlamentari, per colpa della divisione saranno ZERO", ha scritto su X Renzi, commentando l'esito elettorale che lasciato Stati Uniti d'Europa, con il 3,77%, ferma ai banchi di partenza.

"Grazie a chi ha scritto Renzi sulla scheda. Non ero candidato in tutte le circoscrizioni perché purtroppo abbiamo saltato il Nord Est. E ciò nonostante abbiamo ottenuto oltre 207 mila preferenze. È un numero impressionante per una lista che non ha fatto il quorum: il rapporto tra voti di lista e di preferenza nel mio caso è notevolissimo. Grazie davvero. Purtroppo però questi voti non serviranno a nulla. È inutile fare gol, magari una bella doppietta, se la tua squadra perde", ha aggiunto. Come Italia Viva e +Europa, anche la lista di Azione non è riuscita a superare la soglia di sbarramento e ottenere un pass per Bruxelles. "A chi dice: tutto questo per colpa delle vostre divisioni personali rispondo per l’ultima volta. L’ ultima, davvero. Poi basta, è noioso per me, figuriamoci per un cittadino comune. Mettere tutti sullo stesso piano in termini di responsabilità è profondamente ingiusto. Dire che sono tutti uguali è tipico dei populisti", ha sottolineato il leader di Iv.

"Le persone serie leggono i fatti. E distinguono le responsabilità. Noi abbiamo sempre detto si a tutti gli appelli all’unità, aderendo a quello finale di Emma Bonino per gli Stati Uniti d’Europa. Abbiamo sempre detto che servivano i voti e non i veti. Abbiamo subito veti ma non li abbiamo messi. E non ne metteremo mai, perché noi facciamo politica con le idee e non con i rancori", ha proseguito con una non troppo velata allusione al rivale Calenda.

"E proprio perché facciamo politica come Italia Viva abbiamo deciso che tutti i nostri dirigenti e iscritti si confronteranno in un congresso libero e contendibile in autunno. Questa è la verità che nessuno può contestare perché è la discussione pubblica degli ultimi mesi. Ora però parliamo di futuro. Quest’area politica rappresenta il 10% dell’elettorato. È decisiva per le future elezioni. Non dare rappresentanza a questi cittadini è una follia", ha aggiunto Renzi lanciando così la sua proposta dare vita a un nuovo Terzo polo. "Noi siamo per costruire in modo democratico, dal basso, una casa comune per tutti i riformisti, libdem e popolari. E pensiamo che il primo gesto per dare una mano alla costruzione di questo processo debba arrivare da chi ha avuto responsabilità in passato: non può essere nessuno di noi a gestire questo passaggio.Uno slogan: terzo polo con un terzo nome alla guida", ha concluso.

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