La proposta di Renzi: “Legge contro di me? Allora vietiamo a tutti i parlamentari di fare altri lavori”

Matteo Renzi, nel giorno del suo cinquantesimo compleanno, ha tenuto a Firenze un evento di celebrazione in cui ha parlato anche della legge ‘anti-Renzi’ inserita nella manovra 2025, che vieta di ricevere pagamenti da Stati fuori dall’Ue. E ha rilanciato con una proposta: “Vietiamo ai parlamentari di fare un altro lavoro, ci state?”.
A cura di Luca Pons
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Se volete vietare a me di fare conferenze e ricevere compensi da Stati esterni all'Unione europea, siete disposti ad approvare una legge che vieti a tutti i parlamentari di avere altri lavori? Questo è il senso della proposta, provocatoria, che oggi Matteo Renzi ha lanciato durante l'evento Next, dedicato a festeggiare i suoi cinquant'anni. Nel corso del suo discorso, durato quasi un'ora e mezza, l'ex premier ha toccato anche il punto della cosiddetta norma anti-Renzi: quella, inserita nella legge di bilancio per il 2025, che vieta agli esponenti del governo e ai parlamentari di ricevere compensi da parte di soggetti pubblici o privati che hanno sede al di fuori dell'Ue.

Era apparso subito evidente a molti che la norma, modificata più volte nel corso dell'iter della manovra, andasse a penalizzare soprattutto il leader di Italia viva, notoriamente impegnato in conferenze e incarichi in diversi Stati esteri, tra cui l'Arabia saudita. Renzi ha detto di non essere preoccupato dal punto di vista economico: "Se c'è una norma si rispetta, punto e basta".

Poi però ha attaccato "il modo" in cui la norma è stata concepita, con emendamenti presentati "nottetempo" e secondo lui "incostituzionali". E ha aggiunto che il motivo per cui il provvedimento è stato approvato è che "ho iniziato a dire cose che alla premier davano fastidio. Se il fatto di dare le conferenze fosse stato un problema, Giorgia Meloni avrebbe potuto affrontarlo nelle ultime due leggi di bilancio, o nel 2023 o 2024″.

"Lo fanno", ha continuato, "per darmi un segnale: tu non ti allinei? Io ti stango". E ha sottolineato che si tratta di una "norma ad hoc", invece di un provvedimento più generale. Così, ha introdotto la sua idea: una "norma per dire che chi sta in Parlamento non può fare un altro lavoro".

La proposta è stata lanciata come sfida alla maggioranza: "Io adesso questa norma gliela porto in Aula, voglio vedere se la firmano. Io rinuncio a molto di più, ci state? Chi dice di no?".

Poco dopo, Renzi ha anche aggiunto che secondo la legge lui potrebbe continuare a fare conferenze retribuite, ma "devo chiedere il permesso a La Russa". Il riferimento è al fatto che, per legge, la presidenza della Camera di appartenenza può autorizzare i parlamentari per i guadagni fino a 100mila euro annui. Ma, ha ribattuto Renzi, "se devo chiedere il permesso al presidente La Russa, le conferenze le faccio gratis".

Tra le"cose che alla premier davano fastidio", che avrebbero motivato la norma contro di lui, c'è "un'operazione politica per far nascere un centro che guarda a sinistra". Renzi ha insistito: "Sono preoccupati di noi perché sanno che quel 2-3% tra due anni sarà decisivo". A margine, ai cronisti presenti, ha aggiunto: "Il centro farà vincere il centrosinistra".

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