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La proposta di Mario Adinolfi: bloccare per legge i siti porno

Il fondatore de Il Popolo della Famiglia lancia la proposta di “una blacklist di siti pornografici da bloccare e rendere inaccessibili dall’Italia”.
A cura di Redazione
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Bloccare per legge la possibilità di raggiungere i siti pornografici dall’Italia, creando una blacklist e varando una legge che regolamenti l’accesso ai portali porno. È questa la proposta lanciata da Mario Adinolfi e dal Popolo della Famiglia, il movimento di ispirazione cattolica già presente da qualche anno sulla scena politica italiana.

Adinolfi, che è stato per un breve periodo deputato del Partito Democratico, argomenta sul suo profilo Facebook le ragioni della sua proposta:

Thérèse Hargot nel suo "Una gioventù sessualmente liberata (o quasi)" spiega i danni che l'industria della pornografia produce sui nostri figli. Già nella pre-adolescenza grazie al consumo gratuito via web l'immaginario sessuale dei nostri figli si forma su stereotipi dettati da quell'industria. L'oppressione sessuale secondo alcuni dettata dai comandamenti delle autorità religiose, si è trasformata in liberazione sessuale perché i comandamenti ora li detta il porno ai dodicenni? A farne le spese per prima, come sempre, la donna. Costretta ad avere rapporti sessuali precoci sempre più spinti, delimitata dentro il diktat estetico proposto dal porno, capace di promiscuità che diventa valore: darla via subito, darla a tutti

Per Adinolfi, la “dittatura pornografica si ferma con un provvedimento d'imperio che non limita alcuna libertà, ma ferma meccanismi di degrado della dignità della persone umana, che stanno devastando la sessualità nella contemporaneità”. Tradotto: una blacklist sul modello di quella adottata per alcuni siti di gambling online, che non sono accessibili dal nostro Paese. L’obiettivo? Far sì che “il sesso torni ad essere anche mistero e seduzione, scoperta dell'altro e, udite udite, amore. Non solo degrado, non solo commercio di sé”

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