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Speciale Europa e Parlamento Ue

La proposta di legge per portare le assemblee dei cittadini estratti a sorte anche in Italia

Marco Cappato, il movimento Eumans! e Politici per caso vogliono portare in Italia le assemblee dei cittadini estratti a sorte, sul modello della Conferenza sul futuro dell’Europa. È cominciata la raccolta firme per una proposta di legge di iniziativa popolare.
A cura di Redazione
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Articolo di Marco Cappato, attivista politico attivo sui temi della sostenibilità con EUMANS!, e Lorenzo Mineo, coordinatore di EUMANS! Italia e del Comitato Politici Per Caso

Chiudete gli occhi e immaginate un'Europa dove le grandi riforme economiche, la politica internazionale, la lotta ai cambiamenti climatici e il futuro stesso della democrazia siano influenzate dalle decisioni di un'assemblea di cittadini estratti a sorte, ovvero comuni cittadini provenienti dai 27 Paesi membri, che con l’aiuto di esperti e moderatori vengono formati e si riuniscono periodicamente, studiano ed entrano nel merito di provvedimenti specifici, dibattono parlando ciascuno la propria lingua grazie alla traduzione simultanea, deliberano su quello che le istituzioni dovrebbero realizzare per il bene collettivo.

In realtà non siamo davanti a uno scenario fantascientifico e gli occhi possono restare ben aperti: si tratta del grande appuntamento di democrazia partecipativa che da ben otto mesi l'Unione europea promuove per riformare le proprie politiche. La Conferenza per il futuro dell’Europa (Cofoe), indetta a maggio scorso, è la più significativa consultazione civica nella storia dell'Ue. Cittadini provenienti da tutti gli Stati membri, di età e background diversi, col supporto di esperti e facilitatori studiano, discutono ed emettono raccomandazioni su macrotemi come democrazia, ambiente, economia e politica estera.

Mentre in Italia, a Fiesole, ha fatto tappa a dicembre l’incontro conclusivo del panel sulla democrazia (Noi di Eumans! e Politici per Caso eravamo presenti come osservatori ai lavori, come racconta il video realizzato per l’occasione), adesso è il momento della Polonia: da venerdì 7 a domenica 9 gennaio al Collegio d'Europa di Natolin, fuori Varsavia, si terrà il panel dei cittadini dedicato ai cambiamenti climatici, l'ambiente e la salute. Convocati per un ciclo di incontri, i cittadini discuteranno e voteranno (prima in piccoli sottogruppi di approfondimento e poi in plenaria) le loro raccomandazioni. La portata di queste raccomandazioni è spesso tutt’altro che secondaria: ad esempio nel panel sulla democrazia, tra le proposte approvate dai cittadini c’è quella di rimuovere la regola dell’unanimità per decisioni del Consiglio europeo, un meccanismo che paralizza spesso le decisioni dell’Ue rendendole ostaggio di interessi nazionali; o ancora c’è la richiesta di far evolvere la Cofoe in un’assemblea su base annuale, rendendone vincolanti le deliberazioni per evitare che le istituzioni possano farne carta straccia.

La Cofoe in realtà non fa che importare a livello Ue un nuovo modello di democrazia: le Citizens assembly, assemblee di cittadini estratti a sorte che già molti Paesi hanno istituito sui temi più vari. Se questa prassi si è diffusa con successo nel mondo un motivo c’è. Chiamare i cittadini alle urne, a distanza di anni tra una tornata e l’altra, non basta più a farli sentire parte attiva di una comunità, e la politica elettorale è sempre più inquinata dal clima di campagna elettorale permanente e dalla polarizzazione del conflitto. Come racconta questo articolo che passa in rassegna le principali esperienze internazionali, le assemblee dei cittadini riescono a produrre proposte e soluzioni su questioni spesso bloccate dai veti incrociati dei partiti, come le leggi elettorali, o su temi che non portano consenso nel breve termine del gioco elettorale, per esempio il cambiamento climatico.

Proprio sul cambiamento climatico, che sarà oggetto del panel in Polonia, si moltiplicano in tutto il mondo le assemblee dei cittadini: da ultimo la Spagna ha convocato un’assemblea climatica, seguendo l’esempio di Francia, Germania, Regno Unito e Irlanda.

Mentre dunque l'Europa e sempre più Paesi nel mondo si muovono nella direzione dell’innovazione democratica, cosa accade in Italia?

Per fortuna, qualcuno nel nostro Paese sta muovendo i primi passi. Eumans! – il movimento paneuropeo di cittadini fondato da Marco Cappato e attivo sui temi della sostenibilità – e Politici per caso, il Comitato che vuole importare nel nostro Paese le assemblee di cittadini estratti a sorte, insieme hanno dato vita alla campagna “Cittadini per il Clima”. Da pochi giorni è in corso la raccolta firme online, ai banchetti e nei comuni, delle 50mila sottoscrizioni necessarie a depositare in Parlamento una legge di iniziativa popolare che prevede l’istituzione in Italia a tutti i livelli amministrativi delle Assemblee dei Cittadini quale strumento di partecipazione deliberativa a disposizione di cittadini e istituzioni, chiedendo che la prima di queste si tenga sulla più grande emergenza del nostro tempo: la crisi climatica.

Nel frattempo, anche Guy Verhofstadt, il popolare europarlamentare e leader del negoziato Brexit per l'Ue, si è speso a sostegno dell’iniziativa italiana.

Chi legge può dare direttamente una mano firmando qui la proposta di legge, per far sì che anche l’Italia abbia finalmente un nuovo orizzonte nell’innovazione democratica e nella lotta ai cambiamenti climatici.

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