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La proposta di Laura Boldrini per le elezioni Europee: “Lista unica di sinistra senza simboli di partito”

L’ex presidente della Camera Laura Boldrini lancia la proposta di una lista unica di sinistra che si presenti compatta alle prossime elezioni Europee del 2019. Un progetto, senza i simboli dei partiti che lo compongono, che sia “contaminato dall’impegno civile” e che metta insieme “le migliori idee ed espressioni sociali del nostro Paese”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Una lista unica di sinistra che si presenti unita alle prossime elezioni europee del 2019. La proposta viene lanciata oggi dall’ex presidente della Camera ed esponente di Liberi e Uguali, Laura Boldrini, in un’intervista a Repubblica. L’idea è quella di mettere insieme “le migliori idee ed espressioni sociali del nostro Paese”. Ma senza nessun simbolo, né del Pd né di LeU. “Per le Europee dobbiamo cominciare a lavorare ora, con serietà e senza paraocchi a una proposta competitiva”, afferma Boldrini cercando di spiegare l’importanza delle elezioni europee: “Non mi pare che il centrosinistra si sia reso conto della posta in gioco che incarnano le elezioni 2019. Penso a un progetto totalmente nuovo: più credibile e contaminato dall’impegno civile. Giro l’Italia continuamente: incontro persone che chiedono l’alternativa”.

Secondo Boldrini la soluzione non può essere mettere insieme storie e percorsi “stanchi o simboli logori”. Per questo propone una “grande lista unica in cui non vedo le nostre insegne tradizionali: un progetto che nasca dal confronto largo e serrato con tanti mondi che guardavano alla sinistra e hanno smesso di votarci”. Prendendo spunto da iniziative come quella delle magliette rosse, mettendo insieme soggetti di questo tipo ma anche i “protagonisti dell’ambientalismo, del femminismo, del privato sociale, alla rete dei sindaci spesso lasciati soli. Mettiamo queste persone e queste idee al centro di una piattaforma di valori e contenuti: come partiti di sinistra dovremmo  sostenere questo sforzo. Ma in lista ci mandiamo quelli che a un certo punto non ci hanno più riconosciuto”.

Questo progetto non ha ancora un nome ma uno slogan, almeno nella testa della Boldrini, sì: “Cambiare l’Europa per salvare l’Europa”. Cinque sono i punti a cui ridare centralità, secondo la deputata di LeU: “Cambiare le politiche economiche e sociali, centralità degli investimenti nella Green economy, armonizzare le politiche fiscali dell’Ue, rivedere il regolamento di Dublino, una grande strategia europea per i diritti civili, delle donne, contro l’omofobia”.

Eppure le divisioni rimangono, almeno negli intenti. Come potrebbe dimostrare anche il percorso intrapreso da Pietro Grasso per rendere LeU un partito a tutti gli effetti: “Vedo che siamo ancora immersi nelle discussione interni. Per questo dico che, mentre la destra è in continua campagna elettorale, noi non ci siamo resi conto fino in fondo del pericolo che corre l’Unione, il più grande progetto di pace che sia mai esistito”.

Boldrini avvisa Renzi: ‘Continua solo a farsi del male’

Durante l’intervista rilasciata a Repubblica, Boldrini parla anche di altri leader che possono essere divisivi, come nel caso di Matteo Renzi che negli scorsi giorni ha attaccato l’ex presidente del Consiglio Paolo Gentiloni: “Credo che chi ha avuto delle sconfitte, deve sapere ascoltare ed essere umile, altrimenti continua solo a farsi del male”.

Infine, una battuta anche sulla questione riguardante lo scontro tra Matteo Salvini e la ministra della Difesa Elisabetta Trenta sulle navi militari che sbarcano in Italia: “Finalmente qualche ministro dei Cinque Stelle che batte un colpo. Tutto è molto imbarazzante e cupo. Parliamo di un vicepremier che non fa che isolare l’Italia e proporre solo l’immagine di un Paese oscurantista e ripiegato: ma quale società è mai andata avanti coltivando le sue paure e chiudendosi al nuovo”.

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