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Opinioni

La proposta di Grillo #sipuòfare. Ma solo con Monti al Governo

Del perché il Parlamento non può lavorare senza un Governo in carica e del perché invece la proposta di Grillo di “ridare centralità al Parlamento” può avere senso solo con Monti ancora in sella.
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Ora che anche la strada del Governo di minoranza è stata seppellita dal niet di Crimi e Lombardi (e dal misurato giudizio di Beppe Grillo) e considerando l'indisponibilità del Pd ad un governo di larghe intese con il Popolo della Libertà e la componente centrista, restano in piedi sostanzialmente due opzioni: voto anticipato o Governo di scopo sotto la tutela della Presidenza della Repubblica. In mezzo, la crisi economica, il rischio di un downgrade di Moody's, il riemergere della questione sociale (con i fondi per la cassa integrazione, la questione esodati eccetera), la risalita dello spread e, tanto per complicare le cose, l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Scelta che rischia di essere il frutto di un compromesso al ribasso in un Parlamento destinato a durare pochissimo. Un paradosso, in pratica: un Parlamento già in dismissione è chiamato ad eleggere il Capo dello Stato per i prossimi 7 anni, colui che gestirà la fase di stabilizzazione politico – istituzionale del Paese (ammesso che arrivi). Ma del resto si tratta pur sempre di una situazione senza via d'uscita, determinata certamente dall'esito delle elezioni politiche, ma anche da errori grossolani, mancate riforme (legge elettorale in primis) e scelte quantomeno discutibili (le dimissioni di Monti, la data delle elezioni, la volontà di Napolitano di gestire il post – voto).

Due strade, dunque. Un Governo affidato ad una figura istituzionale – di garanzia che faccia in sostanza "come Monti ma senza Monti", (affiancato magari da una commissione parlamentare per le riforme); oppure il voto anticipato, responsabilità che ovviamente non spetta a Giorgio Napolitano (che non può sciogliere le Camere). Su quest'ultima ipotesi permane ancora un po' di scetticismo, dovuto soprattutto allla formula che bisognerebbe adottare per "giustificare" altre settimane di inattività.

Sulla possibilità che il Parlamento cominci a lavorare sin da subito con la proroga (per forza di cose) del Governo Monti ci sono meno perplessità. Certamente, come ci ricorda LaVoce anche se "la dottrina costituzionalistica non offre una ricostruzione univoca dei poteri del Governo dimissionario […] l’opinione prevalente, tuttavia, è che la natura del Governo non muti e che la restrizione dei poteri derivi dalla prassi e dalla correttezza costituzionale"; dunque "non vi sono limiti precostituiti (per il dimissionario Governo Monti, ndr). È importante sottolineare che qualunque Governo dimissionario può, e anzi deve, utilizzare tutti i propri poteri per fare fronte alle situazioni di urgenza. Se, ad esempio, si verificassero particolari tensioni sui mercati e condizioni particolarmente avverse per il paese (ad esempio con una forte risalita dello spread), è da ritenersi che il Governo Monti, pur dimissionario, dovrebbe adottare tutti gli atti necessari a tutelare gli interessi nazionali".

Quello che invece non è previsto dalla Costituzione è il "modello belga", con il Parlamento a legiferare in assenza di un Governo in carica. Come spiegato da Breda sul Corsera: "l'ipotesi affiorata ieri di «andare avanti» comunque «facendo conto solo con un regime parlamentare» che «al limite può essere senza governo» (supponendo ci si riferisca alla citatissima esperienza del Belgio) non ha alcuna consistenza. Perché sarebbe contro i princìpi del nostro ordinamento. Insomma: è un'ipotesi che non esiste, né per il Quirinale né per i costituzionalisti, nessuno dei quali ci si è mai soffermato neppure ragionandone accademicamente”.

Insomma, paradossalmente la proposta di Grillo (che tra le altre cose cozza con il ritardo, certamente dovuto all'inesperienza, dei 5 Stelle, unici a non presentare alcun disegno di legge in questi primi giorni) potrebbe trovare attuazione proprio sotto la tutela a tempo determinatissimo (fino a luglio – settembre) del tanto bistrattato Mario Monti.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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