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La proposta di Grasso: “Settimana lavorativa da 32 ore a parità di stipendio”

Il leader di Liberi e Uguali, Pietro Grasso, ha proposto la settimana lavorativa da 32 ore a parità di stipendio. L’obiettivo della riforma è l’abbattimento della disoccupazione, soprattutto giovanile: le ore non lavorate dai già dipendenti andrebbero coperte da nuovi assunti e si creerebbero così nuovi posti di lavoro.
A cura di Charlotte Matteini
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Nel corso di un'intervista concessa a La7, il presidente del Senato e leader di Liberi e Uguali, Pietro Grasso, ha proposto la diminuzione delle ore lavorative da 40 a 32 a settimana a parità di stipendio. Secondo Pietro Grasso, grazie a questa riforma si potrebbero liberare posti di lavoro per i giovani, al momento esclusi dal mercato del lavoro. La proposta era già stata anticipata qualche giorno fa: "L’ innovazione del lavoro attraverso l’automazione, la robotizzazione e l’intelligenza artificiale è importante per lo sviluppo industriale, ma ha conseguenze sul lavoro. Allora propongo di diminuire le ore di lavoro a parita’ di salario. Non è possibile che il profitto dell’ innovazione vada soltanto al datore di lavoro, occorre che ne possa godere anche il lavoratore”.

Nel corso dell'intervista odierna, il leader di LeU ha approfondito la proposta e spiegato che le ore di lavoro settimanali dovrebbero passare da 40 a 32, ma senza decurtazione di salario, che rimarrebbe dunque uguale. La proposta è stata pensata principalmente per i giovani e l'obiettivo della diminuzione delle ore lavorative si basa sul principio "lavorare meno, lavorare tutti". In sostanza, le ore residue non lavorate da chi ha già un'occupazione verrebbero coperte dalle new entry, dunque attraverso questa riforma si creerebbero nuovi posti che potrebbero essere destinati per lo più ai giovani.

Della diminuzione delle ore lavorative si parla già da molto tempo, sia in Italia che in Europa: la prima proposta venne avanzata negli anni '90 da Fausto Bertinotti, il quale propose all'allora presidente del Consiglio Prodi una settimana lavorativa da 35 ore a partire dal 2001. La proposta di Bertinotti, però, non vide mai la luce, a differenza di quella del presidente socialista Lionel Jospin, che nel 1997 riuscì a introdurre la settimana lavorativa da 35 ore in Francia. In Italia, invece, per la precisione in Emilia-Romagna, la proposta di diminuire le ore lavorative da 40 a 32 a settimana è stata avanzata dal consigliere di Altra Romagna e giuslavorista Piergiovanni Alleva.

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