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La promessa del ministro Bianchi: “La scuola tornerà in presenza il prima possibile”

Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ribadisce che le “scuole non hanno mai chiuso” e promette: “La scuola tornerà in presenza e in sicurezza il primo possibile: abbiamo tenuto aperto il I ciclo fino allo stremo”. Sull’esame di maturità, invece, Bianchi assicura che sarà una prova “vera”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, torna ad assicurare che “la scuola tornerà in presenza e in sicurezza il primo possibile: abbiamo tenuto aperto il I ciclo fino allo stremo”, afferma a Uno Mattina, su Rai 1. “Le scuole non hanno mai chiuso”, ribadisce Bianchi garantendo che gli istituti torneranno quanto prima ad accogliere gli studenti. Il ministro parla anche di maturità: “Quella di quest'anno sarà una prova di maturità vera: abbiamo abbandonato l'idea che si lavorava 5 anni e poi arrivava una busta con i temi e si faceva una sorta di lotteria. I ragazzi avranno un mese per poter svolgere il loro lavoro prepararlo e consegnarlo; la prova inizierà con la discussione di questo lavoro”.

Secondo Bianchi quello della maturità “non è un esame all'acqua di rose né di emergenza: è una prova di maturità in cui i ragazzi potranno dimostrare come sono cresciuti, è un passaggio in avanti, non ci siamo messi all'angolo, è un esame di maturità vero”. Bianchi parla anche della didattica a distanza: “In questo anno i nostri insegnanti hanno lavorato moltissimo. Hanno fatto tantissime esperienze. La Dad non è quella dell'anno scorso, ci sono molte esperienze e noi diffonderemo le buone esperienze di questo periodo per dimostrare che i nostri insegnanti hanno sempre tenuto la porta aperta e il contatto con i loro ragazzi”. Il ministro prosegue: “La scuola è in presenza per definizione ma non è stata ferma, i nostri insegnanti non sono stati fermi. Ci vuole fiducia nella scuola e negli insegnanti. È un elemento importantissimo. Dobbiamo aiutare i nostri ragazzi a superare questo periodo ed elaborarlo. Stiamo lavorando per aiutare le famiglie e dare più strumenti per ampliare l'offerta didattica e fare un ponte tra quest'anno e il prossimo”.

Secondo Bianchi l’obiettivo è quello di avere una scuola “più giusta: la scuola che abbiamo alle spalle non era giusta, abbiamo un tasso troppo alto di abbandono scolastico, il più alto d'Europa. In alcune regioni del nord siamo al livello europeo, ma in alcune regioni del sud 1 ragazzo su 3 si disperde. Serve una scuola più eguale, garantire strutture, insegnanti e capacità su tutto il territorio per garantire una scuola per tutti. La scuola al centro diventa un acceleratore della crescita. Dobbiamo avere una scuola che esce dalle trappole del Novecento: ora c'è l'ora di matematica, di italiano, ginnastica: servono attività di tipo interdisciplinare e molti più laboratori e attività di condivisione. Dobbiamo immaginare una uscita dalla crisi con uno sguardo in avanti per comprendere la complessità del mondo. Dobbiamo pensare al calendario per dare idea di una scuola capace di garantire la continuità, facendo un ponte verso l'anno prossimo”.

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