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La presidente di Emergency a Fanpage: “A Gaza negato il diritto alla vita, è catastrofe umanitaria”

“A Gaza è in corso una catastrofe umanitaria, è la negazione del diritto alla vita”: lo ha detto Rossella Miccio, presidente di Emergency, durante una diretta con Fanpage.it e con Alba Bonetti, presidente di Amnesty Italia, sul 75esimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani.
A cura di Annalisa Girardi
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Il 10 dicembre è stato festeggiato il 75esimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nella sua terza sessione, a Parigi nel 1948. Abbiamo commentato il senso di questa giornata, in un momento storico in cui i diritti umani vengono sistematicamente calpestati in diverse parti del mondo, con le presidenti di due importanti organizzazioni: Rossella Miccio, di Emergency, e Alba Bonetti, di Amnesty International Italia.

"Non c'era molto da festeggiare per questi 75 anni. I diritti umani vengono sempre più calpestati, senza pudore. Qualche anno fa lo si faceva cercando di nasconderlo: oggi sempre più in giro per il mondo vediamo i diritti umani calpestati. Questi sono di tutti, indipendentemente dal colore della pelle, dal genere, dalla religione o nazionalità: invece vediamo un doppio standard di valori che nella quotidianità si trasforma in morti, feriti, violenze, torture, abusi, persone che vivono di fatto nella schiavitù", commenta Miccio durante la diretta social con Fanpage.it.

Per poi parlare di quanto sta accadendo in Medio Oriente. Un conflitto, afferma la presidente di Emergency, che è la negazione dell'Articolo 3 della Dichiarazione, quello che sancisce il diritto ala vita: "La negazione del diritto alla vita è la guerra. Ed è quello che sta succedendo a Gaza, che è il risultato di un percorso storico che è andato deteriorandosi sempre più. Oggi è una catastrofe umanitaria, almeno 17 mila morti in due mesi sono cifre che non pensavamo di dover leggere ancora. I morti sono per la stragrande maggioranza civili, più della metà sono donne e bambini".

E ancora: "A Gaza già due milioni di persone vivevano in un campo di concentramento, perché Gaza è un territorio totalmente chiuso dove le persone non hanno libertà di muoversi. Che senso ha continuare a distruggere, negando l'accesso agli aiuti umanitari. Sono pochissime le organizzazioni che oggi riescono a entrare nella Striscia, non solo perché Israele nega l'accesso, ma anche perché le Nazioni Unite non sono riuscite a trovare l'unanimità per dichiarare il cessate il fuoco per motivi umanitaria, a causa del veto statunitense".

Abbiamo tutti gli stessi diritti?

Secondo Miccio quanto sta accadendo in Medio Oriente ci pone di fronte a una domanda fondamentale, sul tipo di società che vogliamo essere: "Quello che sta succedendo a ci pone di fronte a una riflessione molto forte. Siamo ancora parte di una stessa umanità? Abbiamo ancora tutti gli stessi diritti? Se non li abbiamo allora non ha più senso parlare di diritti, perché questi sono diventati i privilegi che appartengono solo a qualcuno. Queste sono domande importanti a cui dobbiamo rispondere per determinare che tipo di società vogliamo essere".

Alla domanda su come sia possibile che tutto questo accada sotto agli occhi della comunità internazionale, la presidente di Emergency ha sottolineato come le volontà politiche dei singoli Stati troppo spesso mettano in secondo piano i diritti umani di intere popolazione. Per poi affermare che la società civile debba far sentire la propria voce di fronte a quello che sta succedendo: "Il diritto internazionale purtroppo è ancora molto legato alla volontà politica degli Stati di farlo rispettare. Bisogna tornare a un concetto di politica che dia conto del suo operato, noi che viviamo in Paesi democratici possiamo scendere in piazza e chiedere alle nostre istituzioni di prendere degli impegni. Non sempre la società civile viene ascoltata, ma non per questo deve smettere di far sentire la propria voce".

Il diritto all'asilo, cosa succede nel Mediterraneo

Infine, Miccio ha parlato anche di un altro articolo della Dichiarazione, l'Articolo 14 che tutela il diritto di ogni individuo di chiedere asilo in un Paese diverso da quello di origine. La presidente di Emergency ha spiegato che da circa un anno c'è una nave umanitaria dell'organizzazione a fare ricerca e soccorso nel Mediterraneo: "Da un anno siamo nel Mediterraneo con la Life Support e abbiamo soccorso più di 1.200 persone quest'anno, sapendo molto bene da dove arrivano perché lavoriamo in quei Paesi da cui queste persone scappano. Queste persone si mettono in fuga e rimangono imbrigliate nella rete di traffici di esseri umani che sono co-finanziati dall'Europa purtroppo, come nel caso della Libia".

Miccio quindi ha concluso: "Queste persone subiscono vessazioni, abusi e torture per mesi, se non per anni. E quello che poi trovano qui è un'accoglienza non dignitosa, un'ostilità preconcetta, basata su una propaganda che non ha nulla a che vedere con i diritti delle persone né con la paventata mancanza di risorse"

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