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La possibile nomina di Carrai alla cybersicurezza dice molto di più di quel che sembra

L’eventuale nomina di Marco Carrai, fedelissimo di Renzi, a capo di una nuova autorità per la cybersicurezza indica che la “lottizzazione renziana” si prepara ad affrontare ora i settori più ostici. E la reazione iniziale, dopo che l’indiscrezione è diventata pubblica, invita a riflettere: il campo dei servizi segreti è sempre stato portatore di “ombre” nella storia di questo Paese e serve chiarezza nei ruoli e nelle funzioni. E poi ci sarebbe la piccola questione di un Giglio Magico di amici del premier che comincia a diventare davvero imbarazzante.
A cura di Giulio Cavalli
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La voce è uscita sibilando, al solito, dalle stanze della Presidenza del Consiglio travestita da indiscrezione. Dice che Marco Carrai potrebbe diventare il coordinatore di una nuova agenzia di cybersicurezza che il Presidente Renzi vedrebbe sempre più urgente dopo gli ultimi episodi di terrorismo. Ma dalle stanze di Matteo Renzi non escono spifferi e chi frequenta la politica sa bene che ogni nuova ‘voce di corridoio' altro non è che una tastata di polso all'opinione pubblica e questa volta le reazioni invitano alla cautela.

Ma andiamo con ordine: il Governo starebbe pensando ad una nuova struttura dedicata alla guerra del cyber crime che sia operativa in tempi brevi e se è vero che sono già stati accantonati 150 milioni di euro a tal scopo nell'ultima legge di stabilità resta il nodo delle competenze e, soprattutto, dell'eventuale sovrapposizione di compiti con autorità già attive. Innanzitutto sarebbe da chiedersi che fine farebbe il vecchio ‘Nucleo per la sicurezza informatica' nato nel 2013 e certamente anche il SISDE ha un vasto campo d'azione che andrebbe ripensato. E poi, da chi dipenderebbe il nuovo nucleo? Direttamente dal consigliere militare della Presidenza del Consiglio o forse dal Sottosegretario Marco Minniti che ha la delega alla sicurezza nazionale? Sono molti gli esperti del settore che chiedono infatti una chiara collocazione di competenze in un settore dove le sovrapposizioni di ruolo certo non si confanno ad un'operatività che deve essere snella e veloce per affrontare le emergenze.

Ma il punto, forse, sta proprio nel ruolo che la ‘sicurezza nazionale' ha nella storia di questo Paese: il controverso scenario di interessi non sempre limpidi e poteri che si incrociano con grumi di potere del sottobosco italiano. Se è vero che Renzi ha avuto ‘mano libera' nell'occupazione di posti chiave del governo, della Rai e dei consigli di amministrazione delle partecipate statali nello spinoso mondo del militare e del paramilitare non sarà cosi semplice. E non è un caso che proprio ieri dalle pagine del quotidiano il Tempo Luigi Bisignani (l'oscuro faccendiere che al servizio di Berlusconi è stato l'anello di congiunzione per le nomine più delicate prima di essere travolto, ma neanche troppo, nell'inchiesta sulla loggia P4) scrive un editoriale in cui invita Renzi ad "annusare l'odore di massoneria" e a "non giocare con le nomine". Certo: in un paese normale sarebbe un avvertimento che indignerebbe, ma questa è un'altra storia. Sicuramente Renzi sa che sono molti i governi che si sono "bruciati" per avere osato troppo nelle riforme di un settore di Stato abbastanza ostile alle rivoluzioni.

La nomina di Marco Carrai (che, sempre secondo le voci orchestrate ad arte avrebbe anche preteso la qualifica di "agente segreto") pone, tra le altre cose, anche il tema di un conflitto di interessi che andrebbe comunque sterilizzato: Carrai infatti è socio fondatore della società "Cys4" che si occupa proprio di sicurezza informatica con un importante elenco di clienti importanti a partire dallo Stato di Israele (con cui Carrai ha anche curato un'importante collaborazione per conto dell'ENI) e questo sicuramente pone alcuni temi di opportunità. Certo Carrai è riuscito molto bene nell'opera di convincimento sull'importanza della lotta la crimine informatico presso l'amico Presidente del Consiglio. Ma tant'è. La legge italiana permette comunque di congelare il "conflitto di interessi" in modi più che sostenibili sia per l'imprenditore in questione e sia per la sua azienda: anche questa è storia recente.

In ultimo c'è un aspetto che Renzi conosce bene e sta tenendo d'occhio: Marco Carrai è da anni amico fraterno di Renzi, oltre che testimone di nozze e consigliere politico da tempo fino alla recente nomina alla presidenza dell'Aeroporto di Firenze. Carrai, insieme a Luca Lotti e la ministra Boschi, fa parte di quel Giglio Magico che ha reso Firenze caput mundi nei ruoli apicali di governo. Sistemare Carrai significherebbe avere l'ardore di convincerci che la famosa "meritocrazia" invocata a gran voce dai renziani fin dalla loro prima Leopolda si riduca al cortile di Matteo poco più che bambino e i suoi compagnetti di giochi. E diventa difficile immaginare che, in ruoli così diversi, il meglio del Paese fosse tutto lì. O no?

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Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Collaboro dal 2013 con Fanpage.it, curando le rubriche "Le uova nel paniere" e "L'eroe del giorno" e realizzando il format video "RadioMafiopoli". Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.
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