La polizia contro Salvini: “Ha promesso di pagare gli straordinari ma non ci sono i soldi”
Tante promesse e pochi fatti. La denuncia del sindacato italiano dei lavoratori di polizia, Silp Cgil, nei confronti dell’ormai ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini, è dura. E nasce da una delle promesse non mantenute dal leader leghista, che aveva garantito il pagamento degli straordinari del 2018 e del 2019 per i poliziotti italiani. Un pagamento che non c’è mai stato e che, secondo quanto emerge ora, non può essere effettuato perché il Viminale non ha le risorse economiche necessarie per coprire le spese. Quello di Salvini, è la denuncia del sindacato, è stato un “bluff”: “Ecco i documenti che certificano il bluff del Viminale targato Matteo Salvini”, scrive su Twitter la Silp Cgil. Che pubblica una lettera del ministero dell’Interno, inviata alla stessa confederazione di lavoratori il 5 settembre, in cui si “certifica l’assenza di risorse per gli straordinari relativa al 2018 e al 2019”.
La lettera del sindacato al Viminale
Nasce tutto dalla lettera inviata dal segretario nazionale del sindacato, Mario Roselli, risalente al 26 giugno. L’oggetto di quella missiva era eloquente: “Prestazioni di lavoro straordinario rese nel periodo 2018-2019 da parte del personale della polizia di Stato. Inaccettabili ritardi nel pagamento”. La questione è quella degli “inaccettabili ritardi nel pagamento delle prestazioni di lavoro straordinario rese dal personale della polizia di Stato oltre il monte ore assegnato agli uffici/reparti, ovvero oltre le canoniche 55 ore pro capite, a decorrere dal mese di febbraio 2018”.
Nella lettera si ricorda che il mancato pagamento degli straordinari riguarda soprattutto i reparti mobile, i reparti prevenzione crimine, i nuclei artificieri e le squadre mobili. Nella lettera si legge ancora: “Lo scorso anno il governo ha provveduto a uno stanziamento nel decreto sicurezza di circa 38 milioni di euro. Importo che i fatti ci inducono a ritenere insufficiente, se oggi ci troviamo nuovamente a reclamare la corresponsione di emolumenti arretrati”. In particolare, i ritardi nei pagamenti accumulati sono di ben “17 mesi”: “Non è tollerabile che a un operatore di polizia da una parte lo si obblighi a prestare attività lavorativa oltre l’orario ordinario di servizio, senza possibilità di esimersi, dall’altra non si provveda mensilmente al pagamento di quanto dovuto”.
La risposta del Viminale: non ci sono le risorse
La risposta del Viminale è arrivata solo il 5 settembre, quando ormai per Matteo Salvini il ministero dell'Interno sembrava già diventare solo un ricordo. La lettera è firmata dal direttore dell’ufficio competente del ministero dell’Interno e il succo del messaggio inviato al sindacato è che i soldi ora non ci sono, ma che gli straordinari verranno comunque pagati entro il 2020: “Al riguardo è stato comunicato che sono in corso le iniziative finalizzate al reperimento delle necessarie risorse aggiuntive”.
Nella lettera del Viminale si spiega che gli straordinari non ancora pagati per il 2018 e il 2019 potranno essere “messi in liquidazione in presenza della accertata disponibilità finanziaria sull’apposito capitolo di bilancio”. Il che significa che ora quelle risorse – più volte garantite da Salvini – non ci sono. Infine, si specifica che “le ore di straordinario rese nel 2018, qualora non liquidate e non recuperate entro il 31 dicembre dell’anno in corso, saranno comunque retribuite entro l’anno 2020”.