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La Ocean Viking è arrivata ad Ancona: “Navigazione lunghissima imposta a persone salvate in mare”

“Una navigazione così lunga non dovrebbe mai essere imposta alle persone soccorse in mare”, scrive sui social Sos Mediterranee. La sua nave umanitaria, la Ocean Viking, è appena arrivata ad Ancona con oltre 300 persone a bordo. Tra i naufraghi anche tanti minori.
A cura di Annalisa Girardi
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La Ocean Viking è arrivata ad Ancona. A bordo ci sono oltre trecento persone. La scorsa settimana aveva soccorso un barchino che si trovava da diversi giorni alla deriva. A bordo c'erano 25 superstiti, denutriti ed esausti, mentre altre circa 60 persone con cui erano partiti risultano disperse in un naufragio: dopo diverse richieste di un porto sicuro più vicino le autorità italiane hanno accettato di trasbordarli a Catania. La Ocean Viking, della Ong Sos Mediterranee ha comunque dovuto proseguire con gli altri naufraghi fino ad Ancona. "Una navigazione così lunga non dovrebbe mai essere imposta alle persone soccorse in mare", si legge sui suoi canali social. A bordo ci sono 32 minori non accompagnati e altri 21 minori in viaggio con i genitori. Cinque migranti hanno tra uno e quattro anni, due donne sono incinte e un uomo è in condizioni di disabilità.

Le persone a bordo della Ocean Viking sono state soccorse in diverse operazioni. Oltre ai 23 superstiti (in due erano stati evacuati in elicottero poche ore dopo il soccorso e un uomo è poi tragicamente morto in ospedale), altre 366 persone erano state salvate in tre soccorsi diversi.  "Questi sopravvissuti hanno bisogno di cure urgenti, e quindi di attraccare in un porto sicuro il prima possibile. Metà dei sopravvissuti sono molto giovani – bambini o adolescenti – e molti sono stati trovati in uno stato fisico e mentale estremamente fragile. La maggior parte ha sofferto di grave disidratazione e alcuni hanno fatto ricorso all’acqua di mare. Altri hanno riportato ustioni a causa del carburante e dell’acqua di mare mescolati nel gommone. Il personale medico a bordo della Ocean Viking ha prestato cure mediche urgenti e fornito prodotti igienici, cibo e acqua. Ma i sopravvissuti hanno urgente bisogno di cure a terra", aveva commentato Jennifer Vibert, responsabile operazioni della FICR (Federazione Internazionale della Croce e Mezzaluna Rossa) mentre la nave era costretta a navigare verso Ancona.

La Ong in un comunicato ha poi sottolineato come la tragedia di queste persone evidenzia ulteriormente la gravità della situazione nel Mediterraneo centrale, tra le rotte più mortali al mondo. "I bisogni umanitari nell’area superano di gran lunga la capacità di soccorso esistente e gli ostacoli a chi salva vite sono contrari ai principi umanitari e al diritto marittimo internazionale", conclude la nota.

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