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La nuova direttiva della ministra Lamorgese sul rischio di tensioni sociali nei giorni del lockdown

La nuova circolare ai prefetti del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, dopo il prolungamento delle restrizioni per il contrasto alla diffusione del coronavirus: massima attenzione alle infiltrazioni delle attività criminali e alle tensioni sociali collegate alla crisi economica che colpirà parte della popolazione.
A cura di Redazione
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Come vi abbiamo raccontato, il governo ha prorogato le restrizioni e le misure di contenimento dell'epidemia da coronavirus fino al 3 maggio. Complessivamente, dunque, il lockdown coprirà un arco temporale di circa due mesi, con ripercussioni gravissime sul tessuto produttivo e sull'economia italiana. Il Governo ha messo in campo primi strumenti di sostegno ai tanti italiani che hanno perso il lavoro o si trovano in gravi difficoltà economiche, ma è evidente come il perdurare delle limitazioni rischi di peggiorare ulteriormente una situazione già molto grave. Ne è consapevole anche il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese che, con una nuova direttiva inviata ai prefetti, fa il punto dei rischi connessi alla nascita di forti tensioni sociali e chiede una maggiore vigilanza sui territori.

"La capacità di intercettare per tempo – e anticipare, se possibile, nella risposta – le criticità che la complessa situazione può generare nelle singole realtà assume, infatti, ancora di più nell’attuale contingenza, un valore aggiunto imprescindibile", spiega Lamorgese ai prefetti, avvertendo sulla necessità che "l’impegno costante nel contrasto a ogni forma di illegalità e di criminalità si accompagna necessariamente alla capacità di mediazione dei conflitti e all’azione a tutela dei diritti civili, sociali, politici ed economici, compreso quello della libertà di iniziativa economica che, per le difficoltà del momento, può risultare maggiormente permeabile a rischi di condizionamento mafioso". La strada del dialogo è sempre preferibile, continua: "Al fine di agevolare la ripresa del sistema economico e contenere le manifestazioni di disagio che possono verosimilmente avere risvolti anche sotto il profilo dell'ordine e sicurezza pubblica, si richiama l'attenzione delle SS.LL. sulla necessità di dare massimo impulso alle attività di ascolto, di dialogo e di confronto con gli attori istituzionali, i rappresentanti territoriali delle categorie produttive, delle parti sociali e del sistema finanziario e creditizio".

La direttiva del Viminale: rischio infiltrazioni mafiose

Due sono i pericoli su cui occorre concentrare l'azione, spiega ancora la ministra: "Da un lato, la recrudescenza di
tipologie di delittuosità comune e il manifestarsi di focolai di espressione estremistica, dall'altro, il rischio che nelle pieghe dei nuovi bisogni si annidino perniciose opportunità per le organizzazioni criminali." Su quest'ultimo punto, la titolare del Viminale chiede una grande attenzione: "I fenomeni di disagio correlati a possibili difficoltà della ripresa economica e produttiva possono determinare l’insorgere di condizioni favorevoli per un’espansione degli interessi illeciti e criminali. Tale rischio riguarda innanzitutto quelle realtà caratterizzate da un minor sviluppo e da già elevati livelli di disoccupazione, in cui un possibile aggravamento della situazione economica rischia di comportare il ricorso a forme di “sostegno” da parte delle organizzazioni criminali, che in tal modo mirano anche ad accrescere il consenso nei loro confronti. Peraltro, anche nei contesti economicamente più progrediti, la carenza di
liquidità può rappresentare un’ulteriore occasione per l’ingresso di capitali di provenienza illecita nei settori produttivi e nell’economia legale".

Ecco il testo integrale:

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