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La nuova crociata del governo ora è contro la pugile algerina Khelif: “Colpa della teoria gender”

Giovedì prossimo Imane Khelif salirà sul ring per battersi con l’azzurra Angela Carini. La pugile algerina era stata esclusa dai mondiali per non aver passato il test ormonale. Dal governo Meloni è già partita la crociata, con Salvini, Roccella e Abodi in prima linea contro la ‘follia woke’.
A cura di Giulia Casula
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Si chiama Imane Khelif e giovedì prossimo salirà sul ring per battersi con l'azzurra Angela Carini agli ottavi di finale di boxe femminile. L'ammissione della pugile algerina alle Olimpiadi 2024, dopo che lo scorso anno era stata esclusa dai mondiali per non aver passato il test ormonale, ha mandato su tutte le furie il governo Meloni che si è affrettato a contestare la partecipazione dell'atleta alla competizione di Parigi.

"Desta grande preoccupazione sapere che, durante i giochi Olimpici a Parigi, in gare di pugilato femminile siano state ammesse due persone transgender, uomini che si identificano come donne, e che, in competizioni recenti, erano state invece escluse", ha dichiarato la ministra per la Famiglia e le Pari opportunità, Eugenia Roccella. Il riferimento è, oltre a Khelif, alla pugile taiwanese Lin Yu-ting, anche lei estromessa dai mondiali per non aver soddisfatto i criteri di ammissibilità. "Sorprende che non vi siano, a livello internazionale, criteri certi, rigorosi e uniformi, e che proprio alle Olimpiadi, evento simbolo della lealtà sportiva, possa esserci il sospetto, e assai più del sospetto, di una competizione impari e persino potenzialmente rischiosa per una dei contendenti", ha aggiunto.

"Le competizioni sportive vedono da sempre separati gli atleti dalle atlete, in base ad un elementare criterio di equità nella competizione, oltre che di pari opportunità. Un criterio universalmente riconosciuto, che ha portato a individuare, all'interno di ogni sport, specifiche categorie proprio per consentire un confronto fra pari", ha detto ancora Roccella. "La presenza di persone transgender nelle gare sportive – spiega – implica quindi la necessità di individuare e garantire requisiti di ammissione rigorosi, certi e univoci, per una gara che sia onesta e bilanciata. A maggior ragione quando si tratti di sport che implicano un corpo a corpo fra atleti, un confronto fisico diretto che potrebbe mettere in pericolo e danneggiare la persona con la struttura fisica meno potente. Da quanto diffuso dalla stampa, sembra che siano stati usati diversi criteri di ammissione, da parte di società sportive nell'ambito del pugilato, rispetto a quelli utilizzati per i giochi olimpici".

A guidare la crociata contro l'atleta è stato dapprima Matteo Salvini. "Pugile trans dell’Algeria – bandito dai mondiali di boxe – può partecipare alle Olimpiadi e affronterà la nostra Angela Carini. Un’atleta messicana che l’aveva affrontata ha dichiarato “i suoi colpi mi hanno fatto molto male, non credo di essermi mai sentita così nei miei 13 anni da pugile, nemmeno combattendo contro sparring partner uomini”. Uno schiaffo all’etica dello sport e alla credibilità delle Olimpiadi. Basta con le follie dell’ideologia “woke”!", ha scritto su X il leader del Carroccio.

Il vicepremier è voluto tornare sulla polemica oggi, nel corso del question time alla Camera. "Che un uomo combatta contro una donna mi sembra poco olimpico. Questo la prende a pugni, a botte, non giocano a scacchi…", ha detto. "Abbiamo chiesto" come Lega,"un'informativa al ministro dello Sport".

Nonostante dal team di Khelif non sia arrivata alcuna conferma in merito alla transizione di genere dell'atleta, il governo italiano ha già individuato il responsabile di quella che denunciano essere un'ingiustizia: ‘la teoria del gender'. "Fermo restando il rispetto per tutti gli orientamenti sessuali, disconoscere le differenze biologiche tra un uomo e una donna è cosa priva di qualsiasi fondamento scientifico. Basta guardare la massa muscolare di un fisico maschile e quella femminile per rendersene conto. Far combattere sul ring due sportivi di sesso diverso è un attentato alla sicurezza delle donne. Apprendere che un ragazzo si scontrerà con la nostra atleta Angela Carini ci lascia sgomenti e preoccupati", ha detto Fabio Rampelli,  vicepresidente della Camera.

"La stessa ideologia paradossale che assilla la nostra società vedendo patriarcato in ogni gesto o frase, talvolta del tutto normali, ci porta oggi a dover accettare che un uomo biologico picchi una donna in mondovisione, perché nella ‘gerarchia woke' il trans batte la donna. Il Cio ha deciso di ignorare sia la voce della scienza che ci dice che il pugno di un uomo ha il 160% della potenza in più rispetto a quello di una donna, sia la voce di una precedente avversaria di Khelif, che ha dichiarato di non aver mai sofferto tali colpi in 13 anni di carriera da professionista e di sentirsi fortunata per non aver subito traumi gravi durante l'incontro", ha aggiunto il deputato di Fratelli d'Italia. "Questo evento manda un messaggio orribile e mette in condizioni di pericolo e difficoltà la donna in quanto tale, a cominciare dalla nostra pugilessa: se passerà infatti il concetto dell'equiparazione universale, anche fisica, tra uomo e donna, verrà meno uno dei principi che inibiscono in partenza l'uso della violenza sulla donna. La vigliaccheria nell'approfittarsi di un evidente squilibrio fisico a suo svantaggio. Dobbiamo liberare il Cio e lo sport da personaggi così accecati dall'ideologia".

Anche il ministro per lo Sport, Andrea Abodi, trova "poco comprensibile che non ci sia un allineamento nei parametri dei valori minimi ormonali a livello internazionale, che includa quindi Europei, Mondiali e Olimpiadi. Nell'evento che rappresenta i più alti valori dello sport si devono poter garantire la sicurezza di atleti e atlete, e il rispetto dell'equa competizione dal punto di vista agonistico. Domani, per Angela Carini non sarà così", ha dichiarato.

Quello delle atlete e degli atleti transgender, per il ministro, è un "tema che va ricondotto alla categoria del rispetto in tutte le sue forme, ma dobbiamo distinguere la pratica sportiva dall'agonismo che deve poter consentire di competere ad armi pari, in piena sicurezza", ha continuato."È del tutto evidente che la dimensione dell'identità di genere in ambito agonistico pone il problema delle pari opportunità o delle stesse opportunità. Non a caso, tante discipline sportive hanno posto dei vincoli per le atlete e atleti transgender necessari per poter permettere di gareggiare alle stesse condizioni. In questo caso assistiamo a un'interpretazione del concetto di inclusività che non tiene conto di fattori primari e irrinunciabili", ha concluso.

Sulla questione si è espresso anche il consigliere nazionale del Coni e deputato di FdI, Marco Perissa. "Trovo questa circostanza francamente preoccupante, pur condividendo pienamente il valore dell'inclusività, sono fermamente convinto che questo incontro non sarà ad armi pari e vedrà fortemente svantaggiata l'atleta che, per forza di cose, potrà contare su un'inferiore prestanza e forza soprattutto perché in passato un'altra avversaria di Khelif ha riferito a margine dell'incontro che in tutta la sua carriera non era stata mai colpita con così tanta violenza", ha dichiarato. Il deputato si è detto "coinvinto che le donne siano una risorsa imprescindibile per il mondo dello sport e per questo sono deciso a difendere il loro diritto a gareggiare senza alcuna discriminazione e sono assai sorpreso dal vedere che, la capogruppo del Partito Democratico, Chiara Braga non reputi la difesa dei diritti delle donne un argomento prioritario".

Dal Carroccio ormai è partita la campagna di protesta con il capogruppo in Commissione Cultura alla Camera, Rossano Sasso, in prima fila. "Il Pd si erge a paladino femminista solo quando e' utile alla causa progressista? La domanda sorge spontanea sentendo le parole della collega Braga che parla di lasciare fuori la politica dallo sport. Ma se ad essere calpestato è il diritto di una giovane italiana di gareggiare con una sua pari, e non con un uomo, in nome dell'ideologia woke tutto va bene? Sembra di sì, sentendo anche le parole di Malagò", ha detto in Aula. "Domani la pugile Angela Carini salira' sul ring con il trans algerino Imane Khelif, e per tutti sembra ‘normale'. Per la Lega no: vogliamo un'informativa urgente del ministro dello Sport perche' per noi non contano gli slogan, ma la vera tutela dei diritti delle donne. La deriva ideologica della sinistra globalista ha superato ogni limite e va fermata", ha concluso.

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