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La nuova barzelletta di Silvio Berlusconi sui cinesi (e sui leghisti)

Il Cavaliere non si smentisce e torna a uno dei suoi generi letterari preferiti: la barzelletta.
A cura di Redazione
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Nella lunga carriera politica di Silvio Berlusconi, hanno sempre trovato un posto particolare le barzellette, gli aneddoti scherzosi, le battute e i motti di spirito. Si può dire che molto raramente il Cavaliere, nelle occasioni pubbliche in cui era chiamato a parlare, rinunciasse alla battuta o al raccontare delle storielle (e le cronache politiche ne raccontano di più o meno riuscite…).

Anche in un momento particolarmente delicato per la sua formazione politica, con la discussione molto divisiva sulle unioni civili, Berlusconi ha scelto di stemperare la tensione con una barzelletta. E, come riporta l’AdnKronos citando fonti interne a Forza Italia, proprio durante la riunione del gruppo parlamentare, il Cavaliere avrebbe raccontato l’ennesima barzelletta. Unendo i tira e molla con gli alleati leghisti e le voci che circolano in questi giorni sulla possibilità che ceda il 48% del Milan, Berlusconi ha raccontato una storiella con protagonisti un cinese e un Sindaco leghista.

La barzelletta, per come è stata riportata all'AdnKronos dai presenti, parla di “un sindaco leghista che cerca un pretesto per non dare la cittadinanza a un cinese che partecipa all'esame di idoneità.  test da sostenere riguardano varie materie: dalla cultura italiana alla storia e geografia del Belpaese. Ma ce n’è uno in particolare, sui proverbi nostrani, molto insidioso.

[…] Il cinese, dice Berlusconi, a sorpresa risponde a tutte le domande, ma il sindaco del Carroccio non dispera, convinto che la bocciatura arriverà quando si tratterà di affrontare l'ultima prova, quella di ‘completare' i proverbi. Il sindaco, inizia il test: ‘Cielo a pecorelle…' E l'esaminando completa: ‘Pioggia a catinelle…' ‘Tanto va la gatta al lardo…'. Pronta la risposta: ‘Che ci lascia lo zampino…' E ancora: ‘Can che abbia…'. Il cinese non ha dubbi e invece di completare l'aneddoto con ‘non morde' risponde a modo suo: ‘Can che abbaia, poco cotto o cotto male… Un motivo per bocciarlo!”

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