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Opinioni

La norma per vietare la pubblicità sul blog di Grillo (o forse no)

La denuncia del Movimento 5 Stelle: “Vogliono approvare un bell’emendamento che vieta la pubblicità nei blog riconducibili ai movimenti politici. Vogliono farci fuori!”. Le cose però sembrano essere leggermente diverse diverse. E sicuramente con molte più sfumature…
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La questione è nota da tempo ed è di semplice riepilogo: la legge con la quale il Governo Letta ha abolito i finanziamenti diretti ai partiti politici prevedeva anche l’istituzione di una “Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici”; tale organo dovrebbe verificare i bilanci dei partiti in modo da autorizzare l’erogazione dei finanziamenti residuali (ricordiamo che per il periodo 2014 – 2016 è prevista una fase di transizione, con l’erogazione rispettivamente del 75%, 50% e 25% della quota di rimborso “originaria”); per il corretto funzionamento della Commissione sarebbe stata necessaria la nomina di “coauditori”, ovvero esperti di diritto contabile e tecnici amministrativi, cosa che non è mai avvenuta; dunque, in mancanza di tali figure, i membri della Commissione non sono stati in grado di adempiere al loro compito. Risultato? Niente rimborsi per i partiti politici. La soluzione? Una legge da approvare rapidamente, che porta la firma di Sergio Boccadutri, ex tesoriere di Sinistra Ecologia e Libertà, ora al Partito Democratico.

La polemica “odierna” parte proprio da qui e riguarda un emendamento alla legge, al momento in discussione nella Commissione Affari Costituzionali della Camera dei deputati. A sollevare la questione è un post del membro grillino Danilo Toninelli, che attacca senza mezzi termini:

Ecco, Toninelli parla di una vera e propria norma ammazza blog, riprendendo una definizione che però si riferiva a tutto un altro tipo di questione. Sostanzialmente l’emendamento bloccherebbe la pubblicità “a scopo di lucro” su siti e blog direttamente riconducibili a partiti od esponenti politici. Detto in altri termini: politici, partiti e movimenti politici non potrebbero più guadagnare dalla pubblicità ospitata sui loro siti.

Parlamentari ed attivisti (con i dovuti distinguo) considerano la proposta come una norma contra personam, contro Beppe Grillo ed il suo blog, che, come noto, utilizza massicciamente la leva degli introiti pubblicitari per finanziare (anche) l’attività del Movimento 5 Stelle. M5S che, vale la pena di ribadirlo, non ha mai preso rimborsi elettorali e non usufruirà nemmeno delle quote residuali di finanziamento pubblico garantite dalla riforma di Letta per i prossimi due anni (e no, non si tratta di 42 milioni di euro).

La questione, senza gridare necessariamente alla dittatura, può essere però posta anche in altri termini: è giusto che i partiti politici possano lucrare sulla pubblicità? Può un politico sponsorizzare un prodotto sul suo sito dietro compenso? È proprio necessario che le informazioni diffuse da un partito / politico siano precedute da pubblicità? Può un partito essere “a scopo di lucro”?

Ovviamente vale anche l’altra “campana”: cosa c’è di male nell’ospitare pubblicità sul proprio sito per autofinanziare la propria attività politica? Come si fa a non vedere l’intento punitivo nei confronti di Grillo, considerando le peculiarità del suo blog? Perché vietare per legge una cosa che può essere lasciata al giudizio dei lettori (che se infastiditi dalla pubblicità o dal modo in cui sono riportate le notizie possono scegliere di non visualizzare più i contenuti del sito / blog)? Perché invece vanno bene le cene di finanziamento e le donazioni liberali anche per decine di migliaia di euro?

PS: Chi scrive in realtà pensa che la colpa originaria sia quella di aver rinunciato con troppa leggerezza all'idea del finanziamento pubblico ai partiti che, sia pure in misura seria, regolamentata e trasparente, c'è in tutti i Paesi occidentali. Con il risultato di vedere la politica finanziarsi in modi decisamente "peggiori", meno trasparenti e potenzialmente pericolosi (e vale per le cene di cui non sappiamo nulla, per le donazioni di cui sappiamo poco e per la pubblicità di cui faremmo a meno).

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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