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La nave umanitaria Geo Barents è sbarcata ad Ancona dopo cinque giorni di maltempo

Dopo cinque giorni di navigazione, condizionati da un forte maltempo, la nave umanitaria Geo Barents ha attraccato nel porto di Ancona con 73 migranti a bordo.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Cinque giorni di navigazione a velocità ridotta, maltempo, onde alte e tanta sofferenza a bordo. La nave umanitaria di Medici Senza Frontiere, la Geo Barents, ha attraccato nel porto di Ancona, individuato dalle istituzioni italiane come il migliore dove poter effettuare lo sbarco. La strategia del governo Meloni, su questo punto, è chiara da tempo. Vengono scelti sistematicamente porti che siano più lontano possibile dall'area di soccorso in cui operano le Ong, che per via del nuovo codice di condotta possono operare solamente un salvataggio alla volta. Così, dopo la Ocean Viking – che ha dovuto affrontare onde alte sei metri per raggiungere il capoluogo marchigiano – anche Geo Barents è stata costretta a navigare cinque giorni per poter sbarcare.

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Questa mattina alle 7:30 è avvenuto l'attracco nel porto di Ancona, alla banchina 22. Tutti i 73 naufraghi a bordo sono stati salvati durante un'unica operazione avvenuta nel Mediterraneo al largo della Libia. Poi l'indicazione da parte delle autorità italiane di raggiungere il capoluogo delle Marche, così come era stato detto in precedenza a Ocean Viking. Il maltempo non ha fatto cambiare idea al governo e al Viminale. Per tutti loro, finalmente, è arrivato il momento di scendere a terra. I primi a scendere sono stati cinque minori non accompagnati che necessitano di cure. Non sono comunque casi urgenti.

Il momento dello sbarco
Il momento dello sbarco

La nave umanitaria, tra l'altro, è arrivata nello scalo di Ancona con un giorno di ritardo rispetto a quanto previsto inizialmente proprio per via del maltempo. La navigazione è avvenuta a velocità ridotta, e i migranti a bordo hanno sofferto di mal di mare, così come lo staff di Medici Senza Frontiere, che pure è abituato a vivere esperienze simili. "Un'inutile sofferenza – ha detto ieri Fulvia Conte, responsabile dei soccorsi a bordo – che si aggiunge quella che hanno sopportato i migranti fuggiti dalla Libia dove sono stati torturati. Potevano essere evitati con l'assegnazione di un porto più vicino di Ancona".

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