La natalità in Italia è ai minimi storici e la popolazione è sempre più vecchia: i dati Istat
La natalità in Italia è ai minimi storici. Ogni mille abitanti si registrano meno di sette nuovi nati e oltre dodici decessi. La mortalità nel nostro Paese rimane quindi elevata e l'allarme demografico è serio. A rilevarlo è l'Istat, nell'ultimo report sugli indicatori demografici del 2022.
Per la prima volta in ben 160 anni, i nuovi nati sono stati meno di 400mila. L'anno scorso, infatti, ne sono stati registrati 393 mila, un nuovo picco in negativo. È dal 2008 che non si annota un aumento delle nascite e la popolazione italiana continua a diminuire. Al 1° gennaio 2023 in Italia c'erano 58 milioni e 851 mila persone, una popolazione in calo del3% rispetto all'anno precedente.
Negli ultimi anni sull'eccesso di mortalità ha pesato sicuramente la pandemia di Covid, ma è da quasi dieci anni che si rileva la tendenza. Il calo demografico, prosegue il report dell'Istat, sta interessando soprattutto il Mezzogiorno. "Su base nazionale, il calo della popolazione è frutto di una dinamica demografica sfavorevole che vede un eccesso dei decessi sulle nascite, non compensato dai movimenti migratori con l’estero. I decessi sono stati 713mila, le nascite 393mila, toccando un nuovo minimo storico, con un saldo naturale quindi di -320mila unità", si legge nel report.
Non solo la popolazione è in calo, ma è anche sempre più vecchia. L'età media della popolazione italiana è passata da 45,7 a 46,4 anni tra l'inizio del 2020 e l'inizio del 2023. Un italiano su quattro ha almeno 65 anni. E il numero di ultracentenari l'anno scorso ha raggiunto il suo massimo storico, sfiorando i 22mila.
Nonostante l’elevato numero di decessi avvenuto in questi ultimi tre anni, oltre 2 milioni e 150mila, di cui il 90% riguardante persone con più di 65 anni, il processo di invecchiamento della popolazione è proseguito, portando l’età media della popolazione da 45,7 anni a 46,4 anni tra l’inizio del 2020 e l’inizio del 2023. Dunque, in questo periodo la popolazione residente è mediamente invecchiata almeno di ulteriori otto mesi. La popolazione ultrasessantacinquenne, che nell’insieme raccoglie 14 milioni 177mila individui a inizio 2023, costituisce il 24,1% della popolazione totale contro il 23,8% dell’anno precedente.
(…)
Il numero stimato di ultracentenari (100 anni di età e più) raggiunge nel 2022 il suo più alto livello storico, sfiorando la soglia delle 22mila unità, oltre 2mila in più rispetto all’anno precedente. Nel corso degli ultimi 20 anni, grazie a un incremento di 15mila unità, il numero di ultracentenari è triplicato. È stato definitivamente superato il quinquennio 2015-2019, quando si è assistito a un temporaneo declino degli ultracentenari per via del graduale ingresso in tale contingente dei nati tra lo scoppio del primo conflitto mondiale e la pandemia da influenza spagnola, ovvero di soggetti non solo meno numerosi in origine, ma anche sottoposti a regimi di mortalità più rilevanti nel corso della successiva esistenza.
Non solo le nuove nascite non riescono a contrastare l'invecchiamento della popolazione. Non ci riescono nemmeno i flussi dall'estero, che pure sono in aumento. Infatti nel documento dell'Istat si legge:
La popolazione di cittadinanza straniera al 1° gennaio 2023 è di 5 milioni e 50mila unità, in aumento di 20mila individui (+3,9‰) sull’anno precedente. L’incidenza degli stranieri residenti sulla popolazione totale è dell’8,6%, in leggero aumento rispetto al 2022 (8,5%). Quasi il 60% degli stranieri, pari a 2 milioni 989mila unità, risiede al Nord, per un’incidenza dell’11%, la più alta del Paese.