In vista del prossimo congresso del PD le correnti interne al partito stanno muovendo le proprie pedine. La “gioiosa macchina da guerra” renziana fa paura all'ala bersaniana e dalemiana dei democrat che intenderebbero reagire con un ticket Cuperlo-Fassina per “arginare” l'avanzata renziana.
Un ticket che a prima vista potrebbe sembrare inadeguato rispetto allo strapotere mediatico del Sindaco di Firenze (molto amato, ora, in casa Repubblica-L'Espresso, un appoggio portato in dote da Walter Veltroni) e che, invece, potrebbe, a sorpresa, batterlo nella corsa alla segreteria del Partito. Tutto dipenderà dalle “regole di ingaggio”. Se il prossimo segretario PD sarà eletto solo dagli iscritti al partito nell'anno 2012 le possibilità di vittoria di Renzi scendono di molto. In caso contrario, una votazione aperta a tutta la base porterebbe ad un successo certo.
Una necessità, quella del ticket Cuperlo-Fassina, che unisce quella di “svecchiare” le candidature – in casa PD è chiaro che Bersani e D'Alema non sono “presentabili” alla base – e al tempo stesso avere un uomo riconoscibile anche da un punto di vista mediatico: Cuperlo in una corsa solitaria sarebbe stato sconosciuto ai più. Inoltre la presenza di Fassina accoglie anche i malesseri dei “giovani turchi” e può convogliare il loro sostegno. A Sant'Andrea delle Fratte la parola d'ordine per i bersaniani, che dopo la débacle elettorale sono allo sbando, è “un nuovo PD con facce più giovani”. Facce giovani alle quali potrebbe associarsi Fabrizio Barca, l'ex Ministro è corteggiato dall'ala Cuperlo-Fassina che, però, ha scelto di non candidarlo dato il suo approdo solo recente all'interno del partito. Un sostegno necessario che potrebbe spostare qualche ulteriore voto.
Nel campo opposto dopo l'endorsement di Franceschini, “Renzi ha ricevuto anche quello di Veltroni, Fassino e più in generale tutta l'area che al precedente Congresso aveva sostenuto l'attuale Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Resta inverosimile lo scenario che vede Letta candidato data anche l'attuale precarietà del Governo. Il congresso non vedrebbe, quindi, la presenza del Presidente del Consiglio, a meno della fine di questo esecutivo e del conseguente rinvio dell'assemblea del PD. In quel caso tutti gli scenari disegnati potrebbero ribaltarsi ulteriormente.