La moglie di Soumahoro davanti al giudice: “Quegli acquisti di lusso non li ho fatti io”
"Quegli acquisti di beni voluttuari non l'ho effettuati io, non ho mai avuto in uso carte di credito della cooperativa". Lo ha detto al giudice per le indagini preliminari di Latina, Liliane Murekatete, moglie del deputato Aboubakar Soumahoro, arrestata alcuni giorni fa insieme alla madre con l'accusa di frode in pubbliche forniture, bancarotta e autoriciclaggio.
Murekatete si è presentata al Gip per fornire dichiarazioni spontanee in merito all'inchiesta sulle coop che si occupano dell'accoglienza dei migranti nella provincia pontina. "Gli unici pagamenti da lei effettuati sono stati gli stipendi, più le spese per acquistare il cibo per gli ospiti della struttura", ha spiegato il suo avvocato, Lorenzo Borrè. "Nella stessa ordinanza si fa riferimento a questi acquisti, ma non li si riferisce alla signora Murekatete, che non ha mai approvato bilanci relativi a queste spese", ha detto il legale.
Nelle carte dell’inchiesta che ha portato la donna ai domiciliari sono documentate migliaia di transazioni bancarie, che mostrano come quasi due milioni di euro – fondi che avrebbero dovuto essere destinati all’accoglienza dei migranti – sarebbero stati usati per alberghi, vestiti, gioielli, ristoranti o trasferiti all’estero.
Murekatete ha parlato per una decina di minuti e avrebbe ribadito che la gestione dei soldi di sua competenza riguardava solo gli stipendi, più le spese per acquistare il cibo per gli ospiti della struttura. La moglie di Soumahoro inoltre ha contestato di aver mai ricevuto una consulenza da 70 mila euro: "Quei soldi non risultano nel mio conto corrente".
"Il reato contestato è elusione fiscale per un danno erariale di 12 mila euro e non si capisce come questo avrebbe danneggiato i lavoratori", ha aggiunto l'avvocato, facendo sapere di aver "contestato tutte le costituzioni di parte civile: quelle dei lavoratori, dei sindacati, del Consorzio Aid e del commissario liquidatore della cooperativa Karibu. Riteniamo che il risarcimento non sia inerente al reato contestato".