La ministra Santanchè paragona Giorgia Meloni a Jannik Sinner: “La solitudine dei numeri uno”
In che cosa si assomigliano Jannik Sinner e Giorgia Meloni? Una domanda piuttosto strana, ma potrebbe non esserlo per Daniela Santanchè. La ministra del Turismo pubblica pensieri, notizie e considerazioni con una cadenza decisamente frequente e sotto ai suoi post si contano decine e decine di commenti. Oggi, in particolare, una frase su X ha attirato l'attenzione degli utenti: "Sinner e la Meloni, la solitudine dei numeri uno", ha scritto Daniela Santanché, paragonando il tennista numero uno al mondo – di recente finito al centro di alcune polemiche per essere risultato positivo (anche se innocente) a un test antidoping – e la presidente del Consiglio.
"Questo è il tweet più assurdo di tutti i tempi", ha commentato un utente. Un altro ancora ha scritto: "Non serve nemmeno il profilo parodia". C'è chi ironizza: "Ha assunto il social media manager di Sangiuliano veh?". E chi, riprendendo la battuta, fa anche qualche precisazione: "La citazione corretta è: "La solitudine dei numeri primi"… credo che lei e Sangiuliano abbiate letto gli stessi libri".
Sono tantissimi i commenti sotto al post, nella stragrande maggioranza ironici o comunque di chi fa notare alla ministra che la citazione non sia corretta, il paragone tra Jannik Sinner e Giorgia Meloni non appaia molto sensato e che comunque sia abbastanza surreale da parte di un'esponente del governo.
"Profilo satirico?! In caso contrario evitare paragoni impossibili, grazie", ha scritto un altro utente. Poi un altro: "Riesce ancora a stupirmi! Questo devo riconoscerlo…".
Solo pochi giorni fa la ministra Santanché aveva attirato un'ondata di polemiche sempre per uno stato pubblicato sui social: parlando delle discussioni che ci sono state sul prezzo del biglietto (considerato troppo caro) per accedere alla Via dell'Amore – un percorso panoramico nel parco delle Cinque Terre – aveva scritto che costasse dieci euro, mentre "le lamentele, invece, non costano nulla". Tanti gli utenti che le avevano fatto notare come liquidare con una battuta un tema così complesso come l’accessibilità del turismo, proprio da parte di chi dovrebbe occuparsene, fosse quantomeno discutibile.