La ministra Roccella sta lavorando a una legge per l’adozione degli embrioni congelati

È in lavorazione una vera e propria legge sull'adozione che non riguardi i bambini già nati, ma gli embrioni congelati (o meglio, crioconservati). L'ha confermato la ministra per la Famiglia e le Pari opportunità Eugenia Roccella, affermando che oggi gli embrioni "si accumulano a migliaia, rimanendo eternamente in una condizione di sospensione". E questa "è una questione che bisogna porsi". Perciò, "l'adozione è una possibilità importante".
L'iniziativa, che per il momento non ha ancora un testo né delle tempistiche definite, parte direttamente dalla ministra, che ha commentato all'Ansa: "Sarà una proposta positiva, a favore della vita".
Roccella ha ricordato: "È una vecchia idea di Carlo Casini, su cui poi c'è stato anche, già nel 2005, un parere del Comitato nazionale di Bioetica". Casini, magistrato e politico (deputato in quattro legislature con la Democrazia cristiana tra il 1979 e il 1994, europarlamentare tra gli anni Ottanta e Novanta e poi nuovamente dal 2006 al 2014), fu tra i principali sostenitori del referendum sull'aborto nel 1981 e per anni presidente del Movimento per la vita in Italia.
La ministra ha continuato: "Da tempo avevo in mente di riprendere e realizzare questa idea. Con il mio ministero insieme ai ministeri della Giustizia e della Salute stiamo lavorando alla predisposizione del testo, che ovviamente è molto delicato per la materia che tratta e richiede cura e attenzione". Per il momento non ci sono ulteriori dettagli, ma la norma dovrebbe seguire sostanzialmente la legge sulle adozioni già in vigore oggi, che riguarda i bambini.
Il lavoro, come detto, sarà portato avanti da tre ministeri: quello della Famiglia, quello della Giustizia e quello della Salute. Il progetto era stato anticipato dalla capo del dipartimento della Prevenzione al ministero della Salute, Maria Rosaria Campitiello, parlando di un "grande atto di solidarietà che lo Stato fa per le coppie". Il ministro della Salute Orazio Schillaci, ha confermato Campitiello, sta lavorando con Roccella sul tema e al momento si "facendo tavoli tecnici". Secondo la donna, "per tante coppie può essere una svolta, ma soprattutto può essere una possibilità di vita per i circa duecentomila embrioni crioconservati. Significa dare una possibilità di vita a delle vite sospese, di fatto".
Al momento si possono considerare legalmente "abbandonati" quegli embrioni a cui la coppia o la donna rinunciano ufficialmente all'impianto. Ma lo stato di abbandono scatta anche la donna che ha deciso la crioconservazione non è rintracciabile per almeno un anno.
Anche se si fanno molte stime sui numeri, il dato ufficiale più recente risale ben al 2015 ed è dell'Istituto superiore di sanità: all'epoca c'erano 3.862 embrioni abbandonati per rinuncia esplicita da parte di 939 coppie, e altri 6.279 embrioni abbandonati perché non si riesce a rintracciare la donna che ne ha disposto la conservazione. Poco più di 10mila in tutto, dunque. Non si sa quanti di questi embrioni siano affetti da gravi patologie. Per loro potrebbe scattare la donazione alla ricerca, ma la legge sulla procreazione medicalmente assistita lo vieta.