La ministra Roccella dà la colpa della denatalità alla sinistra e al “globalismo neo-colonialista”
La ministra della Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella torna a parlare ancora una volta del calo delle nascite, e la fa puntando il dito contro la sinistra e prendendo le difese del ministro dell'Agricoltura Lollobrigida, che ieri ha parlato del rischio di "sostituzione etnica".
"Le invettive contro il ministro Lollobrigida, oltre che una deriva polemica che si attacca a ogni pretesto, rivelano quale sia l'ideologia che ha contributo a portare questo Paese nella morsa del gelo demografico che oggi lo stringe. La verità è che la sinistra non vuole una cultura che stimoli il lavoro e la natalità, ma vuole che altri si facciano carico delle esigenze dell'Italia in termini di forza lavoro e di ricambio generazionale", ha scritto sui social Roccella.
"Dietro la spinta per l'immigrazione incontrollata non c'è altruismo. C'è invece l'idea di appaltare a Paesi terzi quello che secondo l'ideologia globalista e falsamente buonista della sinistra, che per decenni ha imperato nel nostro Paese, non si dovrebbe più fare: i figli e i lavori meno patinati".
"Se dopo tanti anni di governi di sinistra in Italia si fanno sempre meno figli – ha proseguito Roccella – i motivi sono anche culturali. Fare figli è diventato qualcosa di socialmente poco premiante. Ma siccome di figli c'è bisogno, l'incombenza può essere appaltata ad altri Paesi, preferibilmente poveri".
"È un'ideologia globalista che sottintende un neo-colonialismo strisciante e che, con la circolazione incontrollata della forza lavoro, lascia ai privilegiati i loro privilegi e ai poveri la povertà", ha concluso.
Alla ministra ha replicato la vicepresidente del Pd Chiara Gribaudo: "Dopo Lollobrigida, la Roccella: continuano le sparate dei ministri. La colpa della denatalità sarebbe della sinistra e di un presunto globalismo pro migranti. Una versione "soft" della sostituzione etnica. Fuffa complottista per nascondere la loro incapacità. Anche basta".
Ieri la presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva messo in contrapposizione il tema della mancanza di manodopera, che richiederebbe quindi l'arrivo di più migranti nel nostro Paese, con l'esigenza "di coinvolgere molte più donne nel mercato del lavoro" e di incentivare la natalità. Per Tito Boeri, economista ex presidente Inps, aumentare la partecipazione femminile nel mercato del lavoro e la natalità piuttosto che l'immigrazione, "non sono affatto in contraddizione anzi procedono di pari passo. Gli immigrati hanno un ruolo fondamentale nel nostro Paese quello di sgravare le donne da molte responsabilità di cura a livello familiare".
Secondo l'economista "il contributo dell’immigrazione è fondamentale per tenere in equilibrio il bilancio dello Stato. Il governo lo sa, ma quando deve fare delle scelte agisce in senso opposto", ha spiegato in un’intervista alla Stampa, in cui ha definito "schizofrenico" l’atteggiamento dell’esecutivo di Giorgia Meloni sul dossier immigrazione. Se da una parte infatti, con il decreto Cutro all'esame del Senato, la maggioranza vuole cancellare la protezione speciale, qualche giorno prima, nel Documento di economia e finanza, si sottolineava invece il contributo fondamentale degli immigrati per contenere il debito.