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La ministra Pinotti annuncia: “Celebrerò l’unione civile di due donne”

È la prima volta che un ministro della Difesa celebra un matrimonio tra persone dello stesso sesso. Oltre al valore simbolico generale, la circostanza ha un significato ulteriore: un messaggio diretto alle forze armate, un ambito in cui persistono forti discriminazioni per chi si dichiara omosessuale.
A cura di C. T.
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Camera dei Deputati - Audizione del ministro della Difesa Roberta Pinotti

La ministra della Difesa Roberta Pinotti celebrerà l'unione civile di due donne, Elisabetta e Pamela. L'ha annunciato lei stessa, con una lettera inviata a Polis Aperta, l'associazione Lgbt degli appartenenti alle forze armate e alle forze dell'ordine. Nel messaggio Pinotti avvertiva di non riuscire a partecipare all'assemblea a cui era stata invitata a Milano il prossimo 10 ottobre: "Pur condividendo lo spirito del significativo evento, un impegno politico da tempo consolidato in agenda, la Direzione Nazionale del Partito Democratico, mi impedisce di intervenire ". In conclusione della lettera, la ministra ha comunicato all'associazione che il prossimo 8 ottobre avrebbe celebrato "a Genova, un matrimonio tra due persone dello stesso sesso".

Il rito si svolgerà a Palazzo Tursi e unirà civilmente due ragazze non militari della provincia del capoluogo ligure. Sono state loro a scrivere una lettera a Pinotti per chiederle la disponibilità a celebrare il matrimonio, pur non conoscendola personalmente. Stando a quanto spiegato dal suo staff, Pinotti è rimasta molto colpita dalle parole usate da Elisabetta e Pamela.

È la prima volta che un ministro della Difesa celebra un matrimonio tra persone dello stesso sesso. Oltre al valore simbolico generale, la circostanza ha un significato ulteriore: un messaggio diretto alle forze armate, un ambito in cui persistono forti discriminazioni per chi si dichiara omosessuale. Per Polis Aperta, gli omosessuali tra le forze armate e militari sono almeno 19.000. L'associazione ha chiesto al governo di investire in formazione per contrastare l'omofobia – che conta decine di casi segnalati ogni anno. Parallelamente, sono decine i militari che vorrebbero unirsi civilmente ma non lo fanno per il timore di ritorsioni

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