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La ministra Calderone non è convinta sul salario minimo: “Puntiamo su contrattazione collettiva”

Dopo la sentenza della Cassazione che sanciva il “salario minimo costituzionale”, il Cnel ha bocciato la proposta di legge sostenendo che serve puntare sulla contrattazione collettiva. Della stessa idea la ministra Calderone, che lo ha ripetuto oggi durante un’interrogazione parlamentare.
A cura di Andrea Miniutti
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Ieri sera il Cnel ha bocciato la proposta di legge per l'introduzione di un salario minimo in Italia: per il Consiglio è necessario intervenire prioritariamente sul rafforzamento contrattazione collettiva. La palla passa quindi al Parlamento che discuterà della proposta di legge il 17 ottobre. La proposta è arrivata due giorni dopo che la Cassazione ha stabilito con una sentenza che, in rispetto dell'articolo 36 della Costituzione, la retribuzione deve "sufficiente ad assicurare un'esistenza libera e dignitosa".

Oggi, la ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, ha dovuto rispondere ad un'interrogazione parlamentare presentata dal senatore Peppe De Cristofaro (Avs): durante la seduta ha evidenziato come per il governo la questione dell'adeguatezza dei livelli salariali sia "centrale" e che proprio per poter affrontare al meglio la questione "ha ritenuto di ampliare la propria analisi avvalendosi delle riflessioni e delle proposte del Cnel".

Calderone ha espresso la volontà di trovare una soluzione nel rispetto della direttiva Ue sul tema, la quale è "finalizzata a garantire delle condizioni dignitose ai lavoratori dell'Unione europea ma non obbliga a istituire un salario minimo legale laddove la copertura contrattuale sia superiore alla soglia dell'80%, che sappiamo essere in Italia molto al di sopra". Calderone ha comunque ricordato che attualmente la discussione sull'eventuale introduzione di un salario minimo sia in mano al Parlamento.

"Il tema più ampio – ha poi continuato la ministra – su cui istituzioni e parti sociali sono chiamate a confrontarsi e a individuare linee d'azione efficaci è quella di un salario dignitoso, che va oltre il salario minimo, e richiede una contrattazione di qualità capace di individuare strumenti e implementare garanzie che tutelino effettivamente lavoratori e lavoratrici", garantendo l'impegno del governo di trovare una soluzione "nel solco di un dialogo istituzionale trasparente basato su un confronto aperto e costruttivo tra tutti gli attori che sono coinvolti".

In risposta, il senatore De Cristofaro: "Guarda caso proprio oggi esce la notizia che il documento del Cnel sposerebbe la linea del governo". Poi, l'attacco alla maggioranza per il modo in cui è stato affrontato il tema del salario minimo: "Poiché si tratta della pelle delle persone, trovo del tutto strumentale e molto grave questo tentativo del governo di contrapporre il salario minimo con la contrattazione collettiva e il ruolo dei sindacati. Fa parte di una pessima pratica di questo Paese".

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