La ministra Calderone dice che sono 200mila coloro che non riceveranno più il Reddito di cittadinanza
Sono circa 200 mila le persone che perderanno il Reddito di cittadinanza, con l'introduzione delle nuove misure del governo Meloni. A fare chiarezza sui numeri è la ministra del Lavoro, Marina Calderone, ospite di Agorà Estate su Rai 2. "Il dato dei 500 mila che avrebbero perso l'assegno è un dato che non ritorna con le evidenze del ministero. Rispetto alla platea dei soggetti che consideriamo occupabili, nella fascia 18-59 anni, all'inizio anno con la manovra avevamo previsto circa 400mila soggetti. Adesso coloro che usciranno dal circuito del reddito perché non considerati soggetti in condizione di fragilità sono circa 200mila".
La ministra ha poi precisato che il riferimento, quando si parla di numeri, è sempre ai nuclei familiari, in quanto questa era la definizione che prevedeva il Rdc, ma "il 75% è costituito da nuclei monoparentali, quindi con un unico componente". Calderone difende poi il governo dalle accuse mosse dall'opposizione, per cui questa maggioranza metterebbe in campo misure contro le persone più povere: "Assolutamente no. Quello che è stato fatto è cercare di mettere in evidenza un concetto fondamentale, cioè che la vera ricetta contro la povertà è il lavoro. Queste sono le basi su cui abbiamo costruito la riforma del reddito di cittadinanza".
E ancora: "I numeri parlano e ci dicono che il mercato di lavoro sta dando delle risposte in termini di assunzioni e di posti di lavoro che ci sono. Gli stessi percettori di reddito hanno trovato lavoro nel corso del 2023 e sono diminuiti e progressivamente le nuove domande di accesso allo strumento", ha detto la ministra. Per poi assicurare che i più fragili non verranno lasciati indietro: "Non abbiamo lasciato indietro chi è fragile, anzi abbiamo guardato a fare in modo che nella legge di conversione ci fosse una ulteriore apertura e rivisitazione di questo concetto di fragilità, proprio fare si che chi ha bisogno possa avere un sostegno".
Infine, la titolare del Lavoro ha anche parlato dell'incontro che si terrà venerdì tra governo e opposizioni in merito al salario minimo. "Il governo in questo momento, per il tramite della presidente Meloni ha aperto ad un momento di confronto credo assolutamente giusto corretto e necessario. Poi si faranno tutte le valutazioni e si definirà il percorso successivo", ha spiegato, sottolineando però che sia ancora "prematuro" dire cosa potrebbe succedere, perché il percorso è ancora molto aperto. "Aspettiamo venerdì e poi ci sarà da tirare le somme".