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La ministra Bonetti: “È arrivato il momento di scegliere per i figli il cognome materno”

“C’è un approccio culturale che va cambiato. In questo senso io auspico che il tema del cognome materno, quindi la possibilità di consegnare alla storia il nome delle donne, venga preso a carico dal legislatore e si porti a compimento questo percorso necessario”: lo ha detto la ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti.
A cura di Annalisa Girardi
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"La storia raccontata al femminile è una storia troppo taciuta e che invece va portata ad emersione. C'è un approccio culturale che va cambiato. In questo senso io auspico che il tema del cognome materno, quindi la possibilità di consegnare alla storia il nome delle donne, venga preso a carico dal legislatore e si porti a compimento questo percorso necessario": lo ha detto la ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, intervenendo al convegno organizzato dalla Rete per la Parità a sessant'anni dalla sentenza della Corte costituzionale che aprì le principali carriere pubbliche alle donne.

A gennaio di quest'anno la Consulta aveva sollevato il problema di costituzionalità dell'articolo 262 del codice civile, quello riguardante l'attribuzione del cognome al figlio nato fuori dal matrimonio, per cui questo assume il cognome del primo genitore che lo ha riconosciuto e nel caso in cui questo venga fatto in contemporanea, prende quello del padre. Era stata per primo il Tribunale di Bolzano a interpellare la Corte Costituzionale sulla norma. E la Consulta ne aveva fatto una questione di unità familiare, affermando che la diseguaglianza sulla questione del cognome avrebbe potuto metterla in pericolo.

Il riferimento era a una sentenza europea del 2014, che definiva discriminatorio un sistema come quello italiano, il quale fa prevalere il cognome del padre negando "rilievo ad una diversa volontà concordemente espressa dai genitori" e costituendo così "una violazione del diritto al rispetto della vita privata e familiare, determinando altresì una discriminazione ingiustificata tra i genitori".

La posizione della ministra Bonetti è stata condivisa anche da Cecilia D'Elia, portavoce della conferenza nazionale delle donne democratiche e componente della segreteria nazionale del Pd. Che su Twitter ha scritto: "D'accordo con la ministra Elena Bonetti . Superiamo una persistenza patriarcale nel diritto di famiglia e approviamo la pari dignità nella trasmissione del cognome materno: è una delle proposte del programma del Pd , abbiamo una proposta di legge già depositata".

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