La minaccia di Musk: “Se spengo Starlink crolla l’Ucraina”. Schlein: “Meloni gli consegna la nostra sicurezza?”

Elon Musk ha lanciato sul suo social X un avvertimento chiaro, che mostra molto chiaramente quanto la sicurezza dell'Ucraina sia dipendente in questo momento ai voleri dell'amministrazione americana. "Il mio sistema Starlink è la spina dorsale dell'esercito ucraino. L'intera linea del fronte crollerebbe se lo spegnessi", si legge nel messaggio.
In pratica Musk sta dicendo che che senza il suo sistema satellitare Starlink, che conta già 7mila satelliti circolanti, la difesa ucraina non reggerebbe, lasciando intendere di non avere ancora staccato la spina. In effetti, come spiegato da Sky News Uk, i terminali Starlink hanno svolto un ruolo cruciale nel proteggere le comunicazioni durante la guerra in Ucraina, con la maggior parte delle postazioni di battaglia dotate di un proprio terminale. L'anno scorso Kiev ha dichiarato che erano in funzione circa 42mila terminali tra militari, ospedali, aziende e organizzazioni umanitarie.
Ho letteralmente sfidato Putin a un combattimento corpo a copro per l'Ucraina", ha scritto Musk su X. "Mi disgustano – ha aggiunto – anni di massacri in una situazione di stallo che l'Ucraina perderà inevitabilmente", "chiunque abbia veramente a cuore la questione, rifletta veramente e capisca veramente, vuole che il tritacarne si fermi. Pace adesso".
Il patron di Tesla, sempre su X, ha poi invocato "sanzioni ai primi 10 oligarchi ucraini, in particolare a quelli che possiedono ville a Monaco". Secondo Musk, se si imponessero misure restrittive "tutto questo finirebbe immediatamente. Questa è la chiave del rompicapo".
A proposito della Nato, Musk suggerisce l'uscita degli Stati Uniti: "Dovremmo proprio farlo. Non ha senso che l'America paghi per la difesa dell'Europa", ha scritto in un post di questa mattina, rispondendo a un utente che chiedeva proprio l'uscita degli Usa dalla Nato.
Salvini dice che il governo dovrebbe firmare subito con Musk
"Sbagliano quelli che a sinistra dicono di no a Musk a prescindere. Secondo me il governo italiano avrebbe l'interesse domani mattina a firmare un contratto con Starlink che ha 7.000 satelliti in orbita, ma non perché mi sta simpatico Musk o perché tifo per Trump, perché ne andrebbe del miglioramento della sicurezza nazionale italiana. Sicuramente di mettermi in mano dei francesi non ho nessuna voglia e nessuna intenzione". Lo ha dichiarato il vicepremier Matteo Salvini durante un gazebo della Lega a Milano.
Sul bando della Regione Lombardia per internet satellitare, invece, e sul fatto che parteciperà anche Starlink, Salvini ha aggiunto: "Non lo so. Se è così mi fa piacere perché è un'azienda che lavora. Oggi le telecomunicazioni in Ucraina sono garantite da loro, non dalla fata turchina. Quindi – ha concluso – se è così sicuramente mi fa piacere, mi piacerebbe che anche il governo italiano andasse fino in fondo e collaborasse come fanno tanti altri paesi con Starlink. Ma a me non viene in tasca un euro, ne sono convinto".
Perché il ddl Spazio è un favore a Musk
A gennaio la premier Meloni era stata attaccata dalle opposizioni, per un presunto accordo con SpaceX, smentito poi dal governo, ma mai chiarito del tutto. Proprio rispondendo a una domanda di Fanpage.it, durante la conferenza stampa di fine anno, la premier aveva assicurato di non aver "mai parlato personalmente con Elon Musk di queste vicende", aggiungendo però non avere le "idee chiare" su un eventuale accordo con Space X, su cui, aggiungeva, il governo è in fase di istruttoria.
"Si tratta di mettere, in sicurezza comunicazioni molto sensibili, parlando con un soggetto che tecnologicamente è il più avanzato per fare questo lavoro. Perché non ci sono alternative, soprattutto non ci sono alternative pubbliche. Poi forse dovremmo aprire un dibattito sul perché Italia e Europa non sono arrivate in tempo a elaborare delle tecnologie adatte. Oggi ci si sta lavorando", aveva detto Meloni.
Nei giorni scorsi è stato approvato alla Camera il ddl sullo spazio (ora passa al Senato), un provvedimento che intende regolamentare la lo sviluppo dell'economia dello spazio, che prevede un fondo da 35 milioni per il 2025 per promuovere la Space Economy, obbligo di autorizzazione per le attività svolte sul territorio italiano, una "riserva di capacità trasmissiva nazionale" aperta alla gestione da parte di operatori privati appartenenti all’Unione europea o all'Alleanza Atlantica, tra cui fli Stati Uniti, e vigilanza in capo all’Asi, l'Agenzia spaziale italiana. Nel testo si legge che l'obiettivo "è quello di colmare il vuoto normativo nell’ordinamento nazionale in materia di attività spaziali, promuovendo la crescita dell’industria spaziale italiana e l’innovazione tecnologica, oltre a rafforzare la cooperazione internazionale". Secondo le opposizioni non è altro che un favore a Elon Musk.
In pratica, l'articolo incriminato è il 25, che prevede appunto la creazione da parte del ministero delle Imprese e del Made in Italy di una “riserva di capacità trasmissiva nazionale” aperta alla gestione da parte di operatori privati dell'Ue o della NATO. Quando si parla riserva di capacità trasmissiva nazionale, ci si riferisce a una rete di satelliti, che potranno essere gestiti da imprese private, per garantire la comunicazione degli apparati dello Stato in caso di emergenza. Ed è proprio questo passaggio che suona come un regalo a Musk.
Secondo le opposizioni questo velocizzerebbe un accordo proprio con l'azienda SpaceX di Musk, che ha un ruolo nell'amministrazione americana di Trump, ed è un suo stretto collaboratore.
Durante l'esame del provvedimento in commissione, il Pd aveva anche presentato un emendamento per modificare il controverso articolo 25 del disegno di legge. L'emendamento in questione avrebbe limitato la possibilità di accesso alla riserva di capacità trasmissiva nazionale a soggetti appartenenti all’Unione europea, e solo "in caso di comprovata impossibilità all’Alleanza atlantica". Un modo per arginare l'avanzata delle imprese statunitensi come SpaceX. Ma l'emendamento è stato bocciato.
Alla fine sono passati solo due emendamenti generici firmati da tutti i partiti all’opposizione: uno chiede che sia garantita la "sicurezza nazionale" nella affidamento agli operatori stranieri delle comunicazioni istituzionali; il secondo prescrive che ci sia "un adeguato ritorno industriale per il sistema Paese".
"A chi continua a chiedermi come posso esser certo che l'articolo 25 sia stato scritto su misura per Musk la risposta è semplice: perché lo ha ammesso lui stesso, condividendo questo tweet. Avanti a testa alta per difendere interesse nazionale e dignità del Parlamento", ha scritto nei giorni scorsi sui social il mem Andrea Casu a proposito del ddl Spazio, allegando anche lo screenshot di un post di settembre di S.E. Robinson Jr al quale Elon Musk ha risposto con uno ‘Yup' (Certo).
In quel post si parlava della visita di Giorgia Meloni a New York, nella quale la premier, ha ricevuto un premio dal patron di Tesla, e si faceva riferimento all'articolo 25, che "getta le basi per Starlink come un sistema di backup italiano".
Schlein contro Meloni dopo l'avvertimento di Musk sull'Ucraina
Oggi la segretaria del Pd Elly Schlein torna a incalzare Meloni, alla luce delle ultime dichiarazioni di Elon Musk: "‘Se disattivo Starlink il fronte ucraino crolla' Elon Musk sta dimostrando che l'unica cosa che vuole è estendere il proprio impero economico, anche se questo vuol dire farlo sulla pelle di un popolo aggredito che in queste ore sta subendo l'ennesima offensiva. Come fa Giorgia Meloni a voler consegnare le chiavi della sicurezza nazionale italiana a Musk anche dopo aver sentito le sue ultime gravissime parole? Il governo cambi subito rotta e sul dl Spazio non si faccia dettare la linea da Musk. Senza una rete satellitare europea efficiente e competitiva la difesa europea non potrà mai esistere".
"In pochi minuti Elon Musk ci ha regalato la summa del suo pensiero e, forse, di quello di Donald Trump, di cui è importante consigliere e collaboratore. ‘Se disattivo Starlink il fronte ucraino crolla' e ‘Dovremmo uscire dalla NATO, non ha senso che l'America paghi per la difesa dell'Europa' sono minacce pericolose. Siamo di fronte a considerazioni che gettano una luce inquietante sulla sicurezza del nostro paese, visti i rapporti del nostro governo con Starlink e visto che solo qualche giorno fa Giorgia Meloni ha affermato che per la difesa comune il nostro Paese si deve affidare alla NATO. A questo punto è ancora più necessario e urgente che Giorgia Meloni venga in Parlamento a spiegarci la posizione del nostro Paese. Su Starlink da più di un mese abbiamo presentato una interrogazione per la quale non abbiamo ancora avuto risposta. Sarebbe ora che Giorgia Meloni smettesse di scappare dalle aule parlamentari e venisse a dirci se intende affidare la sicurezza del nostro Paese ad un imprenditore che pensa solo ai propri interessi economici", ha detto il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia, che aveva già chiesto un intervento di Meloni in Parlamento.
"Strani patrioti quelli di Fratelli d'Italia, con in testa la premier Meloni, che decidono di svendere la sicurezza italiana al duo Trump-Musk. Con le ultime dichiarazioni di Musk sull'Ucraina e Starlink si conferma la gravità di quanto da sempre denunciamo: gli interessi economici di un miliardario possono mai condizionare gli equilibri geopolitici globali, segnare i destini del mondo? Quando parliamo di esigenza di difesa europea intendiamo proprio e anche questo: lo sviluppo di una rete satellitare europea, non rinviabile come emerge anche oggi, a tutela della sicurezza di tutti noi", ha commentato in una nota Camilla Laureti componente della segreteria Pd ed eurodeputata.
"Sono gravissime le dichiarazioni odierne di Elon Musk, che minaccia velatamente conseguenze devastanti sull'Ucraina in caso di spegnimento del sistema Starlink. Una sorta di becero ricatto per affermare i propri interessi, anche sulla pelle del popolo ucraino. Mi chiedo quindi se Meloni e i suoi siano ancora convinti di aprire la strada alla svendita della nostra sicurezza nazionale a un soggetto di questa levatura, come si preparano a fare attraverso il ddl Starlink, che il governo continua a chiamare ddl Spazio. Un testo che va immediatamente rivisto, con una netta inversione a U che tuteli davvero quella patria di cui Meloni si riempie tanto la bocca, salvo poi svenderla al primo amico che le chiede un favore. O che la ricatta", si legge in una nota di Emma Pavanelli, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Attività Produttive alla Camera.
"Elon Musk conferma ciò che denunciamo da tempo: il governo Meloni sta consegnando la nostra sicurezza nazionale a un'oligarchia privata. Con il DL Spazio, l'esecutivo ha aperto all'uso di sistemi extra UE per le comunicazioni governative, spalancando le porte a Starlink, ovvero a Musk e Trump", si legge in una nota di Angelo Bonelli, deputato di Avs e co-portavoce di Europa Verde.
"Meloni – ha aggiunto – non difende l'indipendenza dell'Italia, ma la trasforma in un paese a sovranità limita sotto il condizionamento di Musk. Affidare a Musk le nostre infrastrutture strategiche significa mettere la sicurezza nazionale nelle mani di chi considera le telecomunicazioni un'arma di ricatto politico e militare. Il governo spieghi agli italiani perché sta svendendo la nostra sicurezza nazionale legate alle comunicazioni governative a un miliardario che oggi può decidere le sorti di un conflitto militare e domani potrebbe ricattare l'Italia".