video suggerito
video suggerito
Opinioni

La mezza bufala della “tassa sugli ascensori che costerà più dell’Imu”

Confedilizia denuncia: “In arrivo una tassa che se approvata, annullerebbe gli effetti dell’abolizione della Tasi sulla prima casa”. Il Governo però smentisce: “No, sono solo controlli di sicurezza da svolgersi nell’ambito della prima verifica ordinaria utile”.
632 CONDIVISIONI
Immagine

Come spesso capita, ogni volta che il Governo si appresta a varare un decreto delegato o un provvedimento attuativo, si moltiplicano le indiscrezioni, le anticipazioni e i retroscena. Di conseguenza, spesso si sollevano polveroni e polemiche che poco hanno a che vedere con la realtà dei fatti. In altri casi, invece, le polemiche servono ad anticipare la discussione e possono portare lo stesso esecutivo a cambiare posizione, limando magari un provvedimento o cambiando impostazione a una specifica determinazione.

Non sappiamo ancora in quale dei due casi rientri la questione della “tassa sugli ascensori”, ma certamente sul punto si è fatta un bel po’ di confusione. Tutto nasce da una nota di Confedilizia che denuncia come il MISE abbia “licenziato uno schema di d.p.r. che impone una verifica straordinaria degli ascensori esistenti, attribuendo ai soggetti verificatori la facoltà di prescrivere una serie di costosi interventi a carico dei proprietari di casa”. Da qui l’appello al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, “affinché non venga imposta a milioni di famiglie, già provate dalla congiuntura economica, una spesa che annullerebbe in un colpo solo gli effetti dell’abolizione della Tasi sull’abitazione principale, imponendo esborsi pari al doppio del gettito della Tasi stessa”.

Nella lettura di Confedilizia la misura, oltre a non essere prevista nella direttiva europea di cui il dpr dovrebbe costituire attuazione, non è giustificata nemmeno dalla necessità di garantire maggiore sicurezza, considerando che già adesso per legge “ogni sei mesi, per legge, gli ascensori sono sottoposti a manutenzione da tecnico abilitato” e “ogni due anni a verifica dall’Asl o dall’Arpa o da un organismo di certificazione autorizzato dal Ministero dello sviluppo economico e notificato alla Commissione europea”. Del resto, spiegano, “bassissima è la percentuale di incidenti, in presenza di un traffico giornaliero di passeggeri da 30 a 40 milioni”.

La risposta del Ministero dello Sviluppo Economico non si è fatta attendere (nel frattempo era già partito il trenino della polemica politica). Prima di tutto il Governo ha chiarito che non c’è alcuna proposta approvata, ma solo delle ipotesi al vaglio del Consiglio dei ministri. Il MISE ha spiegato poi che non sono previste verifiche straordinarie, ma semplicemente “controlli di sicurezza da svolgersi nell'ambito della prima verifica ordinaria utile”. In altre parole, durante la prima verifica in programma verranno effettuati ulteriori controlli di sicurezza, senza che ci siano costi eccessivi per i condomini.

Questione diversa, invece, per “gli ascensori installati anteriormente al 1999, cioè prima dell'applicazione delle relative direttive europee in materia che hanno aumentato i requisiti di sicurezza per gli impianti”. Per questi ascensori si propone un controllo di sicurezza “con riferimento ai più importanti requisiti di sicurezza introdotti successivamente, ad esempio per la precisione della fermata e il livellamento fra cabina dell'ascensore e piano, ovvero per la protezione dai rischi di schiacciamento delle porte motorizzate”. Tale norma seguirebbe una raccomandazione europea (non dunque la direttiva europea, come giustamente nota Confedilizia), già recepita da altri Paesi membri.

Dunque? Quindi c’è sicuramente l’intenzione del Governo di discutere un provvedimento del genere (poche ore fa Confedilizia ha rilanciato il suo appello a Renzi), ma non c’è né una “tassa sugli ascensori”, né il rischio che ci siano “costi maggiori di quelli della Tasi” (non si può né calcolare “a priori” il costo eventuale, né sapere di cosa avrebbe bisogno il singolo condominio eccetera). E sempre il MISE ricorda che "i requisiti da verificare e che potrebbero essere quindi oggetto di intervento sono stati inoltre individuati in modo proporzionato e selettivo e, quindi, non possono determinare spese eccessive", ma soprattutto "le normali norme già oggi previste dovrebbero aver già indotto molti proprietari ad effettuare comunque tali verifiche", come dice proprio Confedilizia.

Del resto, anche nel caso in cui si dovesse ricorrere a interventi straordinari, si potrebbero sempre utilizzare le detrazioni fiscali previste per gli interventi di manutenzione straordinaria degli edifici”.

632 CONDIVISIONI
Immagine
A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views