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Opinioni

La metà delle leggi approvate non ha decreti attuativi

I dati diffusi da Openpolis: solo nelle gestioni Monti e Letta il 52% dei provvedimenti approvati è rimasto senza decreti attuativi. Lettera morta, insomma. E il Governo Renzi deve recuperare un ritardo enorme (per la verità ci stanno provando…).
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È di qualche giorno fa il tweet con il quale Maria Elena Boschi faceva notare la mole di lavoro sbrigata dal nuovo esecutivo guidato da Matteo Renzi per quel che concerne l'elaborazione dei decreti attuativi: "Dagli 889 ereditati siamo passati a 543 in cinque mesi. 45 decreti negli ultimi cinque giorni". Si tratta ovviamente di un compito gravoso, considerando soprattutto il pregresso degli esecutivi guidati da Mario Monti ed Enrico Letta, che hanno lasciato una serie di questioni in sospeso e soprattutto una miriade di provvedimenti che mancano di decreti attuativi.

Come ricorda il professor Vesperini, "si parla di Decreto Attuativo per indicare un atto (normativo o amministrativo) che ha la funzione di definire le misure necessarie ad attuare una legge. Si tratta di una tecnica che è usata spesso dal legislatore, specie quando la disciplina di una certa materia è complessa. In questi casi, quindi, la legge rinvia ad altri atti le scelte di dettaglio o di elevato contenuto tecnico che il Parlamento non è in grado di compiere. I decreti attuativi possono avere una natura molto diversa, a seconda di quanto stabilisca la legge. A volte può trattarsi di atti amministrativi (per esempio, decreti ministeriali); altre volte di regolamenti (di competenza del Governo o di singoli Ministri); nei casi più importanti, poi, l’attuazione può essere demandata ai decreti legislativi, e cioè ad atti che hanno un valore equivalente a quello della legge, e che il Governo adotta su delega del Parlamento"

A fare il punto della situazione è il blog di Openpolis, in cui si legge: "Dei 1.303 provvedimenti attuativi lasciati in eredità dei Governi Monti e Letta, solamente 624 sono stati adottati, lasciando quindi il 52% di essi in balia della macchina amministrativa italiana". Si tratta di uno snodo importante, dal momento che, come noto, ci sono molti decreti per i quali, dopo l'approvazione in via definitiva (e la successiva conversione in legge da parte del Parlamento) e dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, si rendono necessari provvedimenti attuativi. Negli ultimi anni, peraltro, è cresciuta la percentuale dei decreti e dei disegni di legge che richiedono decreti attuativi (come ci ricorda il blog di Openpolis, ad esempio, "dei 33 provvedimenti legislativi pubblicati dall’insediamento del Governo Renzi, solamente 9 non prevedono provvedimenti attuativi; i restanti 24, rimandano a 133 provvedimenti attuativi che le Amministrazioni centrali devono emanare")

Del resto, nonostante l'ottimismo della Boschi al Governo resta ancora molto lavoro da fare, considerando che i tentativi per snellire tali pratiche burocratiche si sono rivelati finora vani e considerando anche un aspetto per nulla secondario: la complessità dei percorsi legislativi che "frenano" l'azione di Governo. Del resto è sintomatico il fatto che "dall'inizio del mandato, il Governo Renzi è riuscito ad approvare in Parlamento poco più di un terzo di quanto deliberato in Consiglio dei Ministri. Delle 149 decisioni prese (fra decreti legge, disegni di legge e ratifiche), solamente 57 sono state approvate in via definitiva dal Parlamento (38%).  21 di esse devono ancora essere presentate in Parlamento, e ben 77 sono “incastrate” fra i banchi di Camera e Senato". Insomma, questo sarà anche il Governo del correre, ma per ora il percorso è pieno di faldoni, documenti e fascicoli…

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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