La Meloni: “Mi sono vergognata del Pdl”. Ha senso una coalizione da separati in casa?
E' più che evidente che il polo di centrodestra, così composto, sia una creatura amorfa, disomogenea, che presenta sfoghi sottocutanei che di stare sotto cute non ne hanno più voglia, ma che il tempo di emergere per essere autonomi non ce l'hanno avuto. Ne è un palese esempio Fratelli d'Italia, il gruppo di coalizione centrodestra distaccatosi dal Pdl nel periodo subito successivo alla fase "‘facciamo le primarie/non le facciamo più".
Crosetto e Meloni, due personaggi che indipendentemente dal valore politico rientrano tra coloro i quali possono dirsi salvi dal peccato originale (fanno politica da tempo ma paiono immacolati), hanno colto la palla al balzo per dire che un'idea di destra diversa da Berlusconi potesse esistere. Quella che si poteva permettere di contestare il governo Monti tanto quanto il Pdl, ma poter contestare pure il Pdl stesso, che li ha quasi costretti alla separazione. Una situazione di vantaggio che avrebbe rischiato di sottrarre molto alla coalizione se non avessero corso sottobraccio con il centrodestra. Tant'è vero che il Pdl ha utilizzato la tattica del padre putativo, sguinzagliando La Russa, che di Fratelli d'Italia è diventato una sorta di "chi che ne fa le veci"
Ma dopo qualche settimana nella quale la forza iniziale del nuovo partito si era via via sgonfiata, ora che succede? Succede che la palese spaccatura sta diventando insostenibile negli ultimi giorni, che Berlusconi non fa altro che chiedere tutti i voti per sé, così da potersi permettere una maggioranza ampia per fare riforme, come avesse paura di "un altro Fini" che lo vincoli in qualche modo. E succede, dall'altra parte, che Massimo Corsaro, altro ex berluscones, lasci post in maniera sconsiderata (?) su Facebook, mandando a quel paese l'ex partito di appartenenza. E pure che Crosetto dichiari, il giorno dopo la proposta della restituzione Imu di Berlusconi, che è la variante irrealizzabile di ciò che aveva già proposto lui, ovvero restituire la tassa tramite titoli di stato. E succede pure che Giorgia Meloni dica oggi (a quindici giorni dalle elezioni) di essersi semplicemente vergognata del Pdl. Due giorni fa, altrettanto semplicemente, diceva che le dichiarazioni di Berlusconi stavano diventando di cattivo gusto. Libero li ha definiti, non proprio inopportunamente, fratelli coltelli.
E allora, considerando che ogni giorno si assiste ad evidenti esternazioni da separati in casa tra Berlusconi e la Lega guidata da Roberto Maroni e Giulio Tremonti (come ad esempio la bocciatura dell'ipotesi condono da parte del Carroccio), ci si chiede dove possa andare a parare una coalizione che si fonda sulla costante smentita di se stessa. Poi certo, è questione di gusti: bisognerà capire se l'elettorato destrorso preferisse il prima, quando si fingeva d'essere coesi, felici e contenti, oppure se la versione 2.0 (qualcosa in più del 2) convinca di più per la sincerità e la schiettezza con le quali le parti di un tutto ammettano, senza remore, di non avere nulla a che fare l'una con l'altra.