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La “Maxxi” Melandri dopo le accuse: “Mi dimetto da parlamentare”

Il ministro Ornaghi la nomina presidente del museo romano e si scatenano le polemiche (specialmente nel centrodestra). C’è chi parla di “selvaggia lottizzazione” e di comodo “paracadute” per una politica ormai incandidabile. Oggi la Melandri ha chiamato Fini, annunciando il suo passo indietro da deputata.
A cura di Biagio Chiariello
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Giovanna Melandri non è più una parlamentare italiana. L'ex ministro ha manifestato la sua intenzione di lasciare la Camera dei Deputati al Presidente della stessa, Gianfranco Fini, a seguito del decreto di nomina del governo al Maxxi, la Fondazione del Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma. Terminando il commissariamento di quest'ultimo, la deputata sarà presentata alla stampa martedì prossimo, dove il Ministro per i Beni e le attività culturali Lorenzo Ornaghi e la neo presidente tracceranno le principali linee di azione e sviluppo dell'istituzione. La Melandri, che a sua volta è stata titolare del Dicastero dei Beni e le attività Culturali nel governo D'Alema dal 1998 al 2001, ha fatto sapere attraverso una nota del suo ufficio stampa, di aver già comunicato al capogruppo alla Camera del Pd Dario Franceschini, l'avvio delle procedure per le dimissioni da parlamentare.

La scelta di affidare la presidenza del Maxxi alla Melandri ha scatenato polemiche all'interno del centrodestra (ma non solo) che ha bollato la scelta del ministro come «politica e non tecnica», e che offre un confortevole «paracadute» ad un politico di cui è incerta la ricandidatura (è al suo terzo mandato al Parlamento, che secondo lo statuto Pd dovrebbe costituire il limite massimo). Gasparri ha definito l'operazione «selvaggia lottizzazione», affermando che il passo indietro della Melandri da deputato non basta e ha chiesto ad Ornaghi e al Governo di ritirare questa nomina, dello stesso parere Fabrizio Cicchitto che, pur esprimendo la sua stima personale per la Melandri, ha definito la scelta del Ministro un «autentico fuor d'opera». Sulla stessa scia anche Nichi Vendola, leader di SEL, che definisce la scelta della Melandri «un problema stilisticamente complicato da digerire. Non si è trattato di un bel gesto da parte del governo».

Da parte sua, la neo presidente del Maxxi, respinge ogni accusa e anzi sostiene che «quel museo l'ho istituito io». Così Giovanna Melandri, intervistata da Repubblica: «Ornaghi ha fatto una scelta istituzionale chiamando la "madre"del Maxxi. La decisione del ministro mi lusinga e mi onora, è la scelta di un tecnico nei confronti di un altro "tecnico"». Alle critiche risponde così: «Ma quale paracadute, Ornaghi mi ha chiesto di rilanciare e internazionalizzare il Maxxi che, ricordo, nasce con una mia scelta da ministro nel 1999,non c'è nessuna logica spartitoria e il Pd non c'entra nulla».
Felice per la nomina della Melandri al museo romano è anche l'archistar anglo irachena, Zaha Hadid, che sottolinea come l'ormai ex deputata Pd «abbia sostenuto con passione il progetto del Maxxi dall'inizio fino al suo completamento».E sottolinea: «Non ho dubbi che contribuirà attivamente al successo del Maxxi con entusiasmo, impegno e competenza».

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