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Manovra economica 2023

La maggioranza ha bocciato un emendamento presentato da Giorgia Meloni (nel 2019)

La deputata di Alleanza Verdi e Sinistra Elisabetta Piccolotti ha presentato un emendamento sugli asili nido gratuiti, facendo copia-incolla da una proposta di Meloni quando era all’opposizione. L’emendamento è stato bocciato dalla maggioranza di governo.
A cura di Luca Pons
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Elisabetta Piccolotti, deputata dell'Alleanza Verdi e Sinistra, ha presentato un emendamento alla manovra di bilancio del governo Meloni, e questo è stato respinto dalla maggioranza. La proposta di modifica, però, era un copia-incolla di un intervento chiesto proprio da Giorgia Meloni nel 2019.

Piccolotti ha spiegato quanto successo in un intervento alla Camera: "Ho ripresentato a mia prima firma, facendo copia-incolla, a nome di tutto il gruppo, un emendamento proposto nel 2019 da Giorgia Meloni", ha detto. "Era un emendamento che avrebbe istituito un fondo per la gratuità degli asili nido, con una dotazione di 400 milioni di euro".

L'accusa al governo è di ipocrisia: tre anni fa, la questione della gratuità degli asili nido era ritenuta abbastanza importante da presentare un emendamento alla legge di bilancio di allora. Oggi, la stessa questione riproposta – con le stesse identiche parole – da un partito dell'opposizione è stata bocciata.

In effetti, da diversi anni da leader di Fratelli d'Italia ha detto di voler rendere gli asili nido gratuiti, oltre a tenerli aperti fino a sera e anche nei mesi estivi. Il tema è tornato anche in campagna elettorale, quando Meloni ha dichiarato: "Visto che i progetti familiari vanno di pari passo con il lavoro, vogliamo incentivare in ogni modo l’occupazione femminile, sostenendo i Comuni per garantire asili nido gratuiti e aperti fino all’orario di chiusura di negozi e uffici. L’Italia ha bisogno di una nuova alleanza intergenerazionale".

"Potevate scegliere tra la vecchia Giorgia Meloni, che all'opposizione si preoccupava di milioni di famiglie, e la nuova Giorgia Meloni, che si preoccupa delle pressioni di Lotito", ha detto ancora Piccolotti agli esponenti della maggioranza nella Camera. Il riferimento è alla cosiddetta norma salva-calcio: con un emendamento alla manovra, è stato deciso che le federazioni e società sportive (incluse le società di calcio della Serie A) non dovranno pagare immediatamente le tasse che erano rimaste arretrate nel 2022 a causa del Covid.

Invece, gli enti sportivi avranno fino a cinque anni (60 rate mensili) per pagare, con una mora del 3%. Claudio Lotito, senatore in quota Forza Italia e presidente della Lazio, è stato indicato come uno dei sostenitori della norma.

Le tasse arretrate che verranno pagate a rate sono stimate in 889 milioni di euro, e di questi più di metà sono riferiti alle squadre di Serie A. Una parte di questi soldi, ha sostenuto Piccolotti, avrebbero potuto essere riscossi immediatamente e dedicati, ad esempio, a rendere gli asili nido gratuiti, come la stessa Meloni aveva chiesto di fare nel 2019.

"Il governo poteva fare molte scelte giuste, ma ha perseguito soltanto l'ingiustizia. Noi ci opponiamo oggi e ci opporremo domani, dentro e fuori da quest'Aula", ha concluso la deputata dell'Alleanza Verdi e Sinistra.

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