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Guerra in Ucraina

Guerra Ucraina, la maggioranza degli italiani è contraria all’aumento delle spese militari: il sondaggio

Secondo l’ultimo sondaggio di Euromedia Research il 61,4% degli italiani è contrario all’aumento delle spese militari al 2% del Pil e il 47,3% dice no anche in caso di maggiori investimenti in ricerca.
A cura di Giacomo Andreoli
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Il 61,4% degli italiani è contrario all'aumento delle spese militari al 2% del Pil, come chiesto dalla Nato all'Italia, mentre il 27,3% è favorevole. L'11,3% non si esprime. Lo rivela l'ultimo sondaggio di Euromedia Research, che sonda il parere dei cittadini su un tema che sta spaccando la politica italiana.

Alla domanda "secondo lei aumentare la spesa militare cosa significa?", poi: il 37,6% risponde "distogliere investimenti da settori che hanno bisogni prioritari", il 30,6% "maggiori investimenti in attrezzature militari", il 10,3% "maggiori investimenti nella ricerca tecnologica", il 6,3% "aumentare la presenza di militari", il 4,8% "maggiori investimenti in università che insegnano matematica, scienze, fisica, tecnologia, ingegneria". Il 47,3% si dice quindi contrario all'aumento delle spese militari anche se ci fossero maggiori investimenti in tecnologie, ricerche e materie scientifico-tecnologiche. A favore, in questo caso, il 40%, con un 12,7% di intervistati che non si espone.

Intenzioni di voto: Fratelli d'Italia primo partito, cala la Lega

Quanto alle intenzioni di voto sui partiti, secondo lo stesso sondaggio Fratelli d'Italia è la prima formazione politica italiana, sempre tallonata dal Partito democratico. Il partito di Giorgia Meloni, ad eventuali elezioni, totalizzerebbe il 21,3% dei consensi, contro il 20,9% della formazione guidata da Enrico Letta. Al terzo posto, invece, continua la discesa della Lega. Il Carroccio è al 16,1%, un punto percentuale in meno di quanto ottenuto nel 2018 alle elezioni politiche.

Il partito di Matteo Salvini, quindi, non sembra riuscire a risalire la china. Lo stesso vale per il Movimento 5 stelle, che il sondaggio stima al 13%. Il nuovo corso di Giuseppe Conte, fresco di riconferma alla presidenza di questa formazione politica, non pare ancora aver impresso una svolta sostanziale che porti a crescere nei consensi. Al quinto posto, poi, Forza Italia, che otterrebbe l'8%. La federazione tra +Europa e Azione, invece, totalizzerebbe il 4,7%.

Tra i partiti minori balza al primo posto in maniera sorprendente Italexit con Gianluigi Paragone, stimata al 2,5%. Subito sotto c'è Italia Viva al 2,4%, poi i Verdi all'1.8%, Mdp-Articolo 1 all'1,7% e Sinistra Italiana all'1,5%. Altri partiti di centrodestra valgono assieme l'1,1% dei consensi totali, mentre le formazioni ancora più piccole, sommate, totalizzano il 5%. In tutto ciò la percentuale di indecisi e astenuti è al 35,2%.

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