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La lobby del calcio in parlamento ci riprova: giù le tasse per i big che arrivano dall’estero fino al 2027

Forza Italia chiede il ripristino della norma che prevedeva la tassazione ridotta del 50 percento per i top player del calcio trasferiti in Italia dall’estero. Una misura fortemente voluta dai club di serie A, capitanati dal presidente della Lazioe e senatore di FI Claudio Lotito. Ma il ministro dell’Economia Giorgetti si oppone allo sconto.
A cura di Marco Billeci
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Per usare un linguaggio calcistico, adeguato alla vicenda, dopo aver perso il derby di andata, la lobby del calcio in parlamento cerca la rivincita nella partita di ritorno. Alla fine del 2023 il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti infatti aveva imposto una stretta sulla noma che garantiva una tassazione di favore per alcune categorie di lavoratori, che trasferivano la residenza in Italia dall'estero. Tra questi c'erano anche gli sportivi professionisti e in particolare i calciatori. Il mondo del pallone era insorto perché, negli anni precedenti, proprio il regime fiscale agevolato aveva permesso di attirare in Italia molti top player stranieri, da Cristiano Ronaldo in giù. A guidare la rivolta in parlamento era stato il presidente della Lazio e senatore di Forza Italia Claudio Lotito. Giorgetti però era stato irremovibile, parlando di "un effetto distruttivo" della norma sui vivai delle giovanili del nostro Paese.

Finale di partita? Tutt'altro. Ora Forza Italia vuole imporre una proroga delle norme in vigore fino allo scorso anno, chiedendo che siano estese al 31 dicembre 2027. La proposta è contenuta in un emendamento al decreto Omnibus in discussione nella Commissione Finanze del Senato. La firma è del senatore Dario Damiani, ma non è peregrino pensare che l'impronta possa essere del collega di partito Lotito. Più volte infatti, in passato, le iniziative del senatore forzista e patron della Lazio sono andate a braccetto con quelle di Damiani.

Breve recap. A ottobre 2023, il governo ha abrogato le norme sui lavoratori impatriati con cui si prevedeva, tra l'altro, come gli sportivi professionisti che trasferivano la residenza in Italia – dopo aver vissuto per almeno due anni all'estero – potessero godere di una tassazione ridotta del 50 percento, per i successivi cinque anni d'imposta. La legge elencava una serie di parametri che permettevano una serie di ulteriori agevolazioni e nello stesso tempo fissava un età (20 anni) e un reddito (tra i 500mila e il milione di euro) minimi, per accedere al beneficio.

Con la legge di bilancio dello scorso anno è stata istituita una nuova normativa molto più restrittiva, sulla materia in generale e in particolare per  gli sportivi professionisti. Fino alla fine del 2023 però è stato previsto un regime transitorio, durante il quale rimanevano in vigore le vecchie regole. Ed è questo il varco in cui prova ora a incunearsi la proposta di Damiani/Lotito.  Si chiede infatti di estendere questo regime fino addirittura al 2027. Recita il testo che l'imposta ridotta del 50 percento dovrebbe valere "nei confronti dei soggetti che hanno trasferito la loro residenza anagrafica in Italia entro il 31 dicembre 2027 ovvero, per i rapporti di lavoro sportivo, che hanno stipulato il relativo contratto entro la stessa data".

Difficile però che nei mesi di una legge di bilancio che si annuncia molto complicata, il governo dia il via libera a un regalo del genere per le grandi società di serie A e per i big del pallone. Qualche possibilità in più potrebbe averlo un altro emendamento al dl omnibus che riguarda il mondo del calcio, presentato ancora da Damiani insieme all'altro senatore di Fi e ad del Monza Adriano Galliani. I due chiedono l'abolizione della consulta dei tifosi, l'organismo che dovrebbe servire a portare la voce dei supporter dentro le società. Previsto da una legge del 2019, l'obbligo per i club di istituire una consulta dei tifosi non è mai entrato in vigore, ma è sempre stato rinviato. Ora potrebbe sparire.

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