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La lettera di Matteo Salvini a Giuseppe Conte: “La Sea Watch vada in Olanda”

Matteo Salvini ha scritto una lettera a Giuseppe Conte, chiedendogli di richiamare personalmente i Paesi Bassi affinché si prendano le loro responsabilità nella vicenda della Sea Watch, la nave battente bandiera olandese ferma da oltre una settimana a largo di Lampedusa. A bordo ci sono ancora 43 persone, bloccate da un divieto del Viminale e dalla politica dei porti chiusi.
A cura di Annalisa Girardi
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Mentre la Sea Watch rimane a largo di Lampedusa con 43 persone bloccate a bordo da più di una settimana, il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, scrive una lettera al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per ribadire la sua politica dei porti chiusi e puntare il dito contro gli altri Paesi europei, e in particolare l'Olanda, Stato di cui l'imbarcazione batte bandiera. Il leader del Carroccio conferma nuovamente la volontà di negare l'attracco alla nave della Ong, e chiede a Conte di richiamare Amsterdam alle sue responsabilità.

"Caro Giuseppe, ti scrivo per condividere alcune riflessioni in merito alla perdurante condotta della nave Sea Watch 3, battente bandiera olandese, tuttora al largo delle coste italiane con migranti a bordo", inizia la lettera, in cui il ministro sottolinea la "gravità della condotta, resa palese dalla ferrea determinazione con la quale la nave, rifiutando il Pos (place of safety) indicato dalle competenti Autorità libiche, ha deciso, malgrado il luogo ove era avvenuto l'evento, di far rotta verso l'Italia e di considerare il centro Nazionale di Coordinamento del Soccorso Marittimo Italiano responsabile per l'individuazione del porto di sbarco, in sfregio al riparto delle competenze e alla normativa in materia". Salvini sottolinea quindi come le intenzioni della Sea Watch siano anche confermate dal suo stazionare per ben 7 giorni ai limiti delle acque territoriali italiane, "pur avendo richiesto sin dall'inizio un porto di sbarco anche al proprio Paese di bandiera che avrebbe potuto raggiungere con una navigazione di durata inferiore".

Per il vicepresidente del Consiglio leghista "non appare potersi legittimamente consentire ad alcuno di decidere autonomamente, al di fuori dell'esistente quadro giuridico, dove e come condurre cittadini di Paesi Terzi. Peraltro tale scelta si risolve nella perdurante penalizzazione di quei Paesi europei (Italia e Malta) che, per la mera posizione geografica, si trovano più vicini all'Africa di altri Stati Membri, quale nel caso di specie, lo Stato di bandiera". Salvini quindi prosegue affermando che, a fronte della presenza della nave a largo delle coste italiane e della "possibile evoluzione della situazione a bordo", ritiene assolutamente "necessario che la perdurante efficacia del provvedimento di divieto di ingresso, transito e sosta della nave nel mare territoriale nazionale sia accompagnata da un'energica nuova iniziativa di sensibilizzazione nei confronti delle Autorità dei Paesi Bassi, quale Stato di bandiera". Incalzando quindi ad un richiamo, che definisce doveroso, nei confronti delle autorità olandesi "sul responsabile esercizio dei propri poteri sovrani sulla nave e sulle persone a bordo nonché sulla conseguente esigenza di porre in essere, prontamente ed efficacemente, ogni azione necessaria, anche sotto il profilo dell'ordine pubblico, affinché sia assicurato il rispetto integrale del complessivo quadro normativo".

Un intervento di questo tipo, continua il ministro dell'Interno, "appare essenziale per completare le recenti iniziative adottate dal nostro Governo sul controllo delle frontiere e in tema di contrasto all'immigrazione illegale. Iniziative che hanno segnato un concreto punto di svolta nella gestione dei flussi migratori illegali via mare, nel pieno rispetto dei diritti umani". Salvini quindi conclude rimettendo la questione nelle mani del presidente del Consiglio, affinché si muova personalmente nel contattare chi di dovere nei Paesi Bassi.

L'appello dell'Agenzia Onu per i Rifugiati

Ieri, nella giornata mondiale del rifugiato, l'Unhcr ha rivolto un appello ai Paesi europei, affinché le persone che rimangono al momento a bordo della Sea Watch possano essere fatti sbarcare. L'Agenzia ha richiamato i principi di umanità e compassione sottolineando il bisogno urgente, per i migranti, di raggiungere un porto sicuro. Più di una settimana fa, l'imbarcazione aveva salvato 53 persone a largo delle coste libiche, e lo scorso fine settimana 10 erano scese a Lampedusa per ragioni mediche.

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