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La lettera di Berlusconi al Tempo: “Sono il più perseguitato, ma lotterò ancora”

Nel day after del voto sulla sua decadenza da Senatore, l’ex premier ringrazia per la ricostruzione delle sue vicende giudiziarie e poi rimarca: “Anche da non parlamentare si può continuare a fare battaglie. Ed è quello che farò. Da subito”.
A cura di B. C.
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All'indomani della voto in Senato che ne ha sancito l'uscita dal Parlamento, Silvio Berlusconi ha scritto una lettera a Il Tempo, pubblicata in prima pagina: "Caro direttore, in questo giorno particolare per me, per il Paese e per i milioni di elettori di Fi, volevo ringraziare lei e i suoi giornalisti per l'incredibile lavoro svolto nella ricostruzione, dettagliatissima, della mia persecuzione giudiziaria (anche se il mio attentissimo avvocato Ghedini fa presente che fra i milioni di atti giudiziari vi è sfuggito, qua e là, ancora qualche processo, sono 54 in tutto). Una persecuzione che nessun giornale, prima d'ora, aveva avuto la forza di affrontare in questo modo. Una persecuzione che come ha giustamente osservato, non ha precedenti nella storia perché non c'è un altro leader dell'opposizione di un Paese democratico che ha subito quello che ho dovuto subire io".

Il quotidiano di Gian Marco Chiocci ha deciso di adottare toni sicuramente polemici, a seguito di quanto accaduto ieri in Senato. La prima pagina è interamente bianca, a parte un paio di colonne sul fondo, e campeggia il titolo "Senza parole". Il Cavaliere ha continuato: "Sfogliando Il Tempo mi sono accorto di non ricordare nemmeno più alcune delle accuse incredibili che mi sono piovute addosso in 20 anni di attività politica. Ma se oggi qualcuno pensa di aver vinto, si sbaglia. Voglio rassicurare tutti che io non mollo. Anche da non parlamentare si può continuare a fare battaglie. Ed è quello che farò. Da subito".

Caro Direttore
in questo giorno particolare per me, per il Paese e per i milioni di elettori di Forza Italia, volevo ringraziare lei e i suoi giornalisti per l’incredibile lavoro svolto nella ricostruzione, dettagliatissima, della mia persecuzione giudiziaria (anche se il mio attentissimo avvocato Ghedini fa presente che fra i milioni di atti giudiziari vi è sfuggito, qua e là, ancora qualche processo, sono 54 in tutto). Una persecuzione che nessun giornale, prima d’ora, aveva avuto la forza di affrontare in questo modo. Una persecuzione che come ha giustamente osservato, non ha precedenti nella storia perché non c’è un altro leader dell’opposizione di un Paese democratico che ha subito quello che ho dovuto subire io. Sfogliando «Il Tempo» mi sono accorto di non ricordare nemmeno più alcune delle accuse incredibili che mi sono piovute addosso in 20 anni di attività politica. Ma se oggi qualcuno pensa di aver vinto, si sbaglia. Voglio rassicurare tutti che io non mollo. Anche da non parlamentare si può continuare a fare battaglie. Ed è quello che farò. Da subito.

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